Insegnanti efficaci

Corso di aggiornamento Professionale sulla relazione interpersonale e sulla comunicazione

Descrizione del corso

Il corso Insegnanti Efficaci è la versione italiana di Teacher Effectiveness Training. Assieme ai corsi paralleli per genitori e per giovani esso si basa sul modello formativo dell’ Effectiveness Training International. ideato da Thomas Gordon, allievo di Carl Rogers, e diffuso in tutto il mondo dai suoi numerosi collaboratori.

Il corso Insegnanti Efficaci si prefigge di sviluppare o migliorare la sensibilità e le competenze necessarie per affrontare con successo i complessi e molteplici aspetti della vita scolastica. Esso unisce la psicologia umanistica di Carl Rogers con la riflessione pedagogica, la ricerca metodologica e le tecniche didattiche più avanzate, nella definizione di un modello di aggiornamento professionale capace di massimizzare e ottimizzare la qualità dell’esperienza scolastica e il tempo di lavoro effettivamente utile e significativo, riducendo al minimo il malessere delle persone.

A tal fine il corso valorizza la sensibilità e la tendenza formativa presente nelle persone e facilita l’acquisizione delle competenze necessarie per risolvere i numerosi e complessi problemi di relazione e di comunicazione che insorgono quotidianamente nel contesto della scuola.

Tali abilità, una volta acquisite, facilitano realmente la soluzione dei problemi e progressivamente contribuiscono alla creazione di un clima di lavoro salutare, soddisfacente e produttivo per l’intera comunità scolastica. Un ulteriore vantaggio è nella possibilità di trasferire tali capacità relazionali in altri contesti come la famiglia, il lavoro, le amicizie.

Ciò che distingue questo corso da numerose altre proposte formative è il suo obiettivo di unire il pregio della sistematicità e compiutezza a quello della relativa brevità del tempo di aggiornamento, il tutto a costi facilmente accessibili.

Caratteristiche

E necessario innanzitutto precisare che quello che viene qui presentato, diversamente dalla utilizzazione parziale che ne è stata fatta finora in Italia, è il programma originale e completo così come è stato elaborato da Thomas Gordon e come viene attualmente diffuso e applicato in altre nazioni.
Il corso è tenuto esclusivamente da persone formate e autorizzate da Effectiveness Training Inc.. In Italia tali persone sono certificate dall’Istituto dell’Approccio Centrato sulla Persona (IACP) che ha l’esclusiva del metodo.

Insegnanti Efficaci è un corso breve (durata minima di 24 ore) di aggiornamento organico e integrato, che ha per destinatari docenti, animatori e educatori, e chiunque debba esercitare nel suo ambito attività di insegnamento.

Questo corso è forse il programma di maggior successo che sia mai stato indirizzato agli insegnanti allo scopo di migliorare la conduzione della classe, il controllo della disciplina e la capacità di comunicazione interpersonale, di risolvere i conflitti e incrementare la consapevolezza nel campo dei valori e delle scelte.
Dal suo inizio ad oggi si sono formati in questo metodo oltre un milione di insegnanti e formatori di oltre trenta paesi del mondo.

Il Teacher Effectiveness Training, realizzato da Gordon nel 1966, si basa sul pensiero e sulla prassi educativa di Carl Rogers e integra l’approccio umanistico con tecniche didattiche avanzate. Esso è strutturato in modo da proporre contemporaneamente e in maniera integrata il livello della teoria e quello della esperienza ed ha pertanto una valenza cognitivo-esperienziale.

Esso deriva da numerose e qualificate esperienze di ricerca pedagogica, e si compone di una serie di metodi che i partecipanti possono apprendere e applicare nel loro lavoro come nella loro vita.

E’ opportuno sottolineare che, al di là dei metodi e delle tecniche, è di fondamentale importanza che i partecipanti comprendano e condividano i principi concettuali a cui essi si ispirano: una filosofia decisamente democratica, centrata sul rispetto delle persone, e basata sulla convinzione che in caso di conflitto non è giusto che a vincere sia solo una delle due parti in causa (ad esempio: l’adulto o l’adolescente). Una soluzione produttiva viene raggiunta solo quando entrambi si sentono vincenti perché hanno veramente collaborato nella comprensione del problema e nella ricerca delle soluzioni, un clima di autentica condivisione del potere e della responsabilità.

Obiettivi

Obiettivi generali

Lo scopo principale del corso Insegnanti Efficaci è quello di sviluppare e affinare la competenza relazionale degli insegnanti di ogni ordine e grado. Vuole formare “insegnanti efficaci” nella comunicazione educativa, intendendo per efficacia la capacità di esercitare una effettiva, concreta influenza sugli allievi senza far ricorso all’uso del potere.

Più in particolare lo scopo di questo corso è quello di incrementare la qualità e la quantità di tempo dedicato nella scuola al processo di insegnamento/apprendimento facendo risparmiare a insegnanti, allievi e responsabili della scuola tempo ed energie facilmente dispersi per far fronte ai problemi e ai conflitti presenti nelle classi e nella scuola.

insegnanti efficaci

Obiettivi specifici

Gli obiettivi del corso possono essere chiaramente compresi se si fa riferimento alle seguenti competenze relazionali che i partecipanti hanno l’opportunità di apprendere, e che costituiscono di fatto il contenuto del corso:

  1. Osservare e descrivere oggettivamente il comportamento, proprio e degli altri, evitando l’uso di etichette, valutazioni e giudizi personali fuorvianti.
  2. Identificare le aree problematiche ed apprendere ad attribuire correttamente, in situazioni conflittuali, la competenza dei problemi a noi o agli altri al fine di individuare una via di soluzione.
  3. Apprendere nuove e più efficaci modalità di ascolto e comprensione empatica al fine di avviare in modo utile una relazione di aiuto.
  4. Confrontarsi positivamente e produttivamente con gli altri, specialmente nelle situazioni in cui gli altri hanno comportamenti per noi “inaccettabili”, esprimendo in modo chiaro e congruente fatti, pensieri e sentimenti.
  5. Esprimere liberamente le proprie emozioni e le proprie opinioni senza ferire o ingannare l’
  6. Saper integrare le capacità di ascolto e di confronto precedentemente apprese.
  7. Apprendere come e quando impiegare metodi “democratici” nella risoluzione dei conflitti, al fine di individuare soluzioni comuni che rispondano ai bisogni di tutte le parti in causa.
  8. Offrire opzioni efficaci a risolvere le collisioni di valori.
  9. Struttura del corso

Il Corso è di­viso in otto moduli:

1° modulo

  • Presentazione del corso e degli obiettivi.
  • Analisi delle aspettative e dei bisogni dei partecipanti.
  • Definizione del comportamento. Comportamenti dell’
  • Come capire il comportamento delle persone.
  • Il rettangolo del comportamento.
  • Come riconoscere, affrontare e risolvere i problemi.
  • Di chi è il problema?

2° modulo

  • Come prestare ascolto e attenzione all’
  • Le barriere alla comunicazione.
  • La teoria della comunicazione.

3° modulo

  • Le caratteristiche di una relazione di aiuto.
  • L’ascolto passivo.
  • L’ascolto attivo.
  • L’

4° modulo

  • Come ottenere ascolto e attenzione dagli altri.
  • I messaggi in prima persona.
  • Il confronto e l’assertività.
  • Genuinità e empatia.

5° modulo

  • Come trattare la resistenza al cambiamento.
  • La teoria dell’iceberg: cosa c’è sotto l’ira?
  • La teoria dei bisogni di Maslow.
  • Il cambio di marcia.

6° modulo

  • Come risolvere gli inevitabili conflitti in modo che tutte le parti in causa si sentano rispettate.
  • Conflitti su bisogni concreti e collisioni di valori.
  • Stili di risoluzione dei conflitti.
  • Come lavorare efficacemente in team.

7° modulo

  • Uso del potere.
  • Metodi I e II: aspetti positivi e aspetti negativi.
  • Come rendere produttiva la conflittualità.
  • Il metodo III.

8° modulo

  • Come promuovere l’autocontrollo e l’
  • Come modificare l’ambiente scolastico.
  • Come trattare le collisioni di valori.
  • Le opzioni ad alto e a basso rischio per la relazione.

Metodologia

Il corso Insegnanti Efficaci si ispira ai modi di essere” e agli atteggiamenti facilitanti” di Carl Rogers e si presenta come un corso strutturato, con sequenze temporali precise e ricco di materiale didattico. Attua una forma di apprendimento attiva e impegna i partecipanti nella diretta esperienza dei concetti e delle abilità insegnate. Facilita la condivisione di esperienze e l’espressione di idee, dubbi e problemi.

Il processo di apprendimento si svolge lungo un cammino articolato in quattro momenti essenziali:

Strutturare le varie attività: si tratta di una breve presentazione dei contenuti e degli obiettivi di ogni modulo, con l’uso di sussidi audiovisivi.

Interessare i partecipanti con l’uso di role play, di ricordo guidato di importanti esperienze, di riflessioni scritte, di esercizi, di casi esemplari, di laboratori esperienziali effettuati in coppie, triadi, piccoli gruppi.

Discutere quanto appreso condividendo in piccoli e grandi gruppi le intuizioni e le nuove tecniche apprese.

Applicare quanto imparato e sperimentato nelle proprie attività personali e professionali, esercitandosi con il personale della propria scuola, in famiglia ecc. e cominciando a pianificare l’uso costante delle abilità apprese nel proprio lavoro.

Materiale didattico

I partecipanti utilizzeranno un quaderno di lavoro (workbook) appositamente predisposto. Alla fine del corso ogni partecipante riceverà un certificato di partecipazione.

Organizzazione

Il corso ha una durata di 24 ore suddivise in 8 incontri di 3 ore ciascuno oppure in 4 incontri di 6 ore ciascuno. Soluzioni differenti possono essere concordate.

Formatore

Il corso sarà tenuto dalla Dott.ssa Simona Volpi Psicologa – Psicoterapeuta individuale e di gruppo dell’Approccio Centrato sulla Persona – Formatrice Gordon.

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Fare movimento

In questi ultimi anni sta avvenendo un fatto molto significativo: stiamo pian piano riscoprendo il piacere e il valore del tornare ad utilizzare il nostro corpo, il piacere di muoverci!

La rivoluzione delle meraviglie tecnologiche

Alzarsi e muoversi

Il dilagarsi a macchia d’olio di un numero enorme di nuove scoperte tecnologiche nei primi anni del nuovo millennio hanno contribuito ad un significativo aumento di un fenomeno di sedentarietà.

Affascinati da tutte queste novità tecnologiche (cellulari, touchscreen, tv interattive, internet veloce, x-box, console digitali portatili, etc) ci siamo lasciati coinvolgere fino al punto da ritrovarci, per la maggior parte del nostro tempo libero, chiusi in casa di fronte ad un numero sempre maggiore e sempre più coinvolgente di schermi!

La riscoperta di una cosa bella: alzarsi dal divano e muoversi un po’

Negli ultimi anni però sta accadendo che sempre più persone si stanno convincendo, o si ritrovano convinte da amici e/o parenti, ad uscire di casa ricominciando così a muoversi sia in compagnia sia singolarmente.

Provate a farci caso, c’è chi corre all’aperto, chi va in palestra, chi partecipa a specifici corsi fitness, chi va in montagna, in piscina o al mare, o chi esce anche solo per fare una passeggiata con il proprio cane!

Muoversi: perché fare questa fatica?

Ma perché abbiamo deciso di ricominciare a muoverci? Di ragioni ne potremmo trovare moltissime, c’è chi lo fa perché lo fa stare bene, chi lo fa per dimagrire, chi per fare muscoli, chi per la temuta prova costume, chi per staccare la testa da tutti i problemi che ci assillano, chi per trovare un momento per stare solo con se stesso, chi per passare un po’ di tempo libero all’aria aperta, chi per socializzare, chi per trovare l’anima gemella.

Insomma ciascuno potrebbe dire la sua a riguardo.

Rimane però un aspetto sicuramente condiviso da tutti: muoversi fa bene sia al corpo che alla mente, infatti porta con sé molti effetti positivi!

Ad esempio, fare movimento aiuta l’organismo a rimanere più sano ed in forma, si dimostra essere un forte incentivo per una maggiore socializzazione, permette di rilassarsi scaricando tutte le tensioni e lo stress accumulato, aumenta l’apporto di ossigeno a tutto il corpo aiutando il cervello a ragionare meglio, infatti capita spesso che mentre facciamo attività fisica troviamo risposte o soluzioni a problemi che ci tormentavano da tempo.

Vista, tatto, gusto, olfatto, odorato e … movimento?!

Il nostro sesto senso?

Proviamo per un attimo ad immaginarci di non potere più muovere un muscolo, tutti e cinque i nostri sensi però funzionano perfettamente! Come ci sentiremmo?

Ci sentiremmo come chiusi in gabbia, incompleti come se ci mancasse qualcosa, incapaci di essere noi stessi, incapaci di esprimerci. Non è un caso infatti che il movimento sia considerato da molti come il nostro “sesto senso”, quel pezzo talmente importante da dare significato quasi a tutto!

L’uomo e la realtà che l’uomo ha plasmato intorno a sé sono strutturalmente pensati per essere in costante movimento, per non fermarsi mai! In questo senso, per questa strettissima relazione tra organismo e ambiente, possiamo immaginare il movimento come una bellissima definizione della vita!

Bambini e movimento: fonte di scoperte e crescita personale o causa di forte un mal di testa?

Bambini e movimento

Ma se per noi adulti il movimento assume un significato di tale portata, per i nostri bambini invece? Che significato ha muoversi per un bambino? Assume una connotazione diversa? Assolutamente no!!

Basta provare a mettersi, anche per solo per un breve istante, nei panni dei nostri bambini, oppure ripensare a noi stessi alla loro età! Per i bambini muoversi è quasi come respirare, è loro necessario per vivere e crescere!

I bambini si sa, non stanno fermi un secondo e questo loro comportamento può dar fastidio ad alcuni adulti, ma strutturalmente fa parte di ciò che definisce il loro essere bambini.

Chi tra i nostri bambini vedendo una pozzanghera non proverebbe a saltarci dentro a piedi uniti? Chi non cercherebbe di arrampicarsi su un bell’albero? Chi non farebbe una sudata corsa con i propri amici giù da una collina per vedere chi arriva prima?

Chi non si butterebbe di corsa in una battaglia a squadre super organizzata con gavettoni e pistole ad acqua d’estate, con tanto di fortezze da difendere e da conquistare? Chi di noi non ha mai fatto almeno una di queste cose ?

Ecco, possiamo allora cominciare ad intuire come per i bambini il movimento sia una grandissima possibilità di conoscere, imparare, provare, sbagliare e riprovare, sperimentare cosa possono e non possono fare mettendosi alla prova fino in fondo, creare nuove relazioni e consolidarne di già esistenti, vivere la realtà sulla propria pelle e non attraverso le parole di un adulto.

Corpo e mente: inseparabili lungo il cammino di crescita!

Nella nostra società tendiamo a considerare il pensiero come una sorta di processo disincarnato, infatti l’idea che l’attività intellettuale abbia una sua esistenza separata dal corpo è radicata in profondità nella nostra cultura.

Eppure imparare, essere creativi e intelligenti non sono processi che riguardano solo il cervello, bensì il corpo nel suo complesso. Le sensazioni, i movimenti, le emozioni e le funzioni cerebrali integrate hanno tutte il loro fondamento nel corpo. Le qualità umane che associamo alla mente non potrebbero mai esistere separate dal corpo.

Apprendimento e movimento: è più facile insieme!

Tutte le esperienze che viviamo passano attraverso il nostro corpo, se ne può dedurre quindi che il corpo è parte integrante di tutti i nostri processi intellettuali: sono infatti i sensi del corpo che alimentano quelle informazioni ambientali con cui il cervello elabora una comprensione del mondo, promuovendone di fatto la crescita cerebrale.

L’influenza del movimento sullo sviluppo cognitivo è stata dimostrata in un elevato numero di studi e ricerche: in uno di questi sono stati coinvolti più di 500 bambini canadesi e si è potuto osservare come gli studenti che praticavano un’ora in più di ginnastica al giorno avevano risultati molto migliori agli esami dei bambini meno attivi.

Il cervello per attivare i propri circuiti nervosi ha bisogno che il corpo si muova, solo così riceve quei principi nutritivi di cui ha bisogno.

“Mi piace se ti muovi!”

“L’esercizio fisico non serve tanto al corpo quanto al cervello. Influenza l’umore, la vitalità, l’attenzione e il senso di benessere.” – John J. Ratey, MD, Harvard Medical School

Questo concetto lo aveva compreso perfettamente Re Julien che nel cartone Madagascar ballava davanti a tutti cantando “mi piace se ti muovi, e allora, muovi!”. Proviamo a lasciarci influenzare dalla sua carica positiva, non dobbiamo aver paura che i nostri figli possano farsi male con qualsiasi cosa vengano in contatto, dobbiamo essere vigili si quello sicuramente, ma non timorosi!

Incitiamoli, sproniamoli, giochiamo insieme ai nostri bambini, portiamoli al parco, all’aria aperta, lasciamoli liberi di giocare con i loro coetanei, aiutiamoli a sperimentare e a conoscere con il loro proprio corpo proponendo delle attività interessanti e coinvolgenti!

Vedremo così i nostri bambini, e di conseguenza anche noi stessi, più sereni, più contenti e pronti ad affrontare tutte le sfide delle nostre giornate.

Se sei interessato ed hai bisogno di una consulenza o di maggiori informazioni non esitare e scrivici!

Dottor Marco Bonacina, Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva

L’obesità infantile è ormai universalmente considerata alla stregua di un’epidemia: nel nostro Paese, secondo quanto emerso dalle indagini dell’ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica), i bambini in sovrappeso sono ad oggi ancora uno su tre mentre uno su dieci è obeso.

Vivere l’infanzia in sovrappeso mette i bambini in una condizione pericolosa è infatti ampiamente dimostrato che quasi la metà dei bambini obesi si manterranno tali anche da adulti. Vivere l’infanzia in sovrappeso mette i bambini in una condizione pericolosa che li porterà ad una maggior probabilità di insorgenza di malattie in età adulta.

Quello che raramente si sente dire è che: i genitori devono fare la loro parte! Infatti il 40% delle madri di bambini in sovrappeso o obesi ritiene che il peso del proprio figlio sia nella norma.

Quali sono gli effetti a lungo termine di una dieta squilibrata?

Nelle sue fasi iniziali, e purtroppo, per diverso tempo, il sovrappeso non causa sofferenza nè disturba funzioni vitali. Predispone però a condizioni patologiche più o meno gravi di diversa natura: cardiocircolatorie (ipertensione arteriosa, coronaropatie), muscolo-scheletriche (insorgenza precoce di artrosi dovuta all’aumento delle sollecitazioni sulle articolazioni della colonna e degli arti inferiori, più soggette al carico), metaboliche (diabete mellito, dislipidemia), solo per citare le più ricorrenti.

La prevenzione, fin dall’età infantile e adolescenziale, rappresenta lo strumento più semplice, indolore ma efficace coinvolgendo la famiglia e la scuola nella diffusione di corretti stili di vita.

La corretta alimentazione dipende dalla famiglia

I bambini in età prescolare e scolare incorrono in errori nutrizionali qualitativi e quantitativi indipendentemente dalla loro volontà. Sono infatti i genitori a determinarne comportamenti alimentari e motori. L’alimentazione dei bambini dipende moltissimo dal tipo e dalla quantità di cibo che viene loro offerto. La stessa attività fisica è molto influenzata dai genitori: bambini figli di genitori fisicamente attivi, sono risultati più attivi dei coetanei con genitori sedentari.

È necessario, quindi, accrescere nei genitori e soprattutto nelle madri la consapevolezza dei rischi, per la salute dei figli, correlati con errate abitudini alimentari e comportamentali.

L’abitudine ai vari gusti dipende essenzialmente dalla madre; il gusto del liquido amniotico e dello stesso latte materno sono condizionati dall’alimentazione materna; le madri che hanno avuto un corretto regime alimentare durante e dopo la gravidanza, avranno una prole più incline ad una dieta altrettanto varia.

Quali sono gli errori più comuni?

Sicuramente l’errore più comune è quello di saltare la colazione per dormire qualche minuto in più. La colazione è il pasto più importante di tutta la giornata, deve darci la giusta carica per affrontare la giornata. Saltare la prima colazione è equivalente a pretendere che la nostra auto si accenda senza carburante!

Un altro errore molto comune consiste nel fare pochi pasti condivisi e nel non dedicare tempo alla cucina, il che finisce per avere un effetto negativo sulla qualità delle preparazioni. Se si mangiano sempre le stesse cose, che saranno le più semplici da preparare, si provoca monotonia del gusto e questo può portare i bambini a cercare sapori nuovi fuori casa, rivolgendosi preferibilmente a cibi confezionati, merendine e snack.

Quali cibi NON devono mangiare i bambini?

Sicuramente evitare il consumo eccessivo di zuccheri semplici, come quelli contenuti nelle bevande gassate, nelle merendine e in generale nei prodotti industriali. Occasionalmente il bambino può consumare un gelato ma meglio artigianale ed alla frutta piuttosto che quello confezionato. I genitori dovrebbero prestare inoltre molta attenzione quando acquistano i succhi di frutta: accertarsi sempre che non ci siano zuccheri aggiunti ma che il prodotto sia fatto dal 100% di frutta. Come scoprirlo? Basta leggere l’etichetta!

Quali attività è meglio proporre in età evolutiva?

Lo stile di vita è importante, oserei dire cruciale. Bisogna imporre ai propri figli di passare meno tempo davanti alla tv, al computer, alle consolle e più tempo all’aria aperta giocando con gli amici o impegnandoli in attività fisiche che li aiutino ad accrescere l’autostima e le relazioni sociali.

Qual è la migliore dieta da seguire per un/a bambino/a o per un adolescente?

Sicuramente la dieta mediterranea.

Gli alimenti della dieta mediterranea sono:

  • abbondanti alimenti di origine vegetale: frutta, verdura, ortaggi, legumi, noci, frutta secca in genere, freschi, al naturale, di stagione, di origine locale
  • pane e cereali (soprattutto integrali), pasta
  • latticini, principalmente formaggi e yogurt
  • pesce, pollame
  • uova
  • olio d’oliva extravergine
  • carni rosse in modesta quantità
  • dolci contenenti zuccheri raffinati o miele poche volte la settimana

Dare consigli per noi professionisti è semplice, ma quanta fatica per voi a casa…

Ma del resto si sa’ essere genitore è il lavoro più faticoso del mondo! Armatevi di tanta pazienza e non abbattetevi dinnanzi ai primi ostacoli: insegnare ai vostri figli una sana e corretta alimentazione (con le dovute trasgressioni) equivale ad assicurar loro una lunga vita!

E non dimenticatevi di dare il buon esempio!

Leggere ai bambini stimola il loro sviluppo cognitivo, linguistico ed emotivo, in maniera semplice e divertente, ed è un’attività poco dispendiosa sia dal punto di vista economico (ormai tutte le biblioteche possiedono un’ampia scelta di libri accattivanti) che di tempo (la lettura di un libro richiede una decina di minuti).

Quali abilità stimoliamo?

  • ampliamo il suo bagaglio lessicale e quindi il numero di parole che potrà successivamente comprendere ed utilizzare,
  • allunghiamo i suoi tempi attentivi: probabilmente all’inizio il bambino non starà attento per tutta la durata della storia, ma giorno dopo giorno le sue abilità attentive aumenteranno e vi ritroverete a leggere assieme libri interi,
  • miglioriamo la comprensione verbale poiché, rispetto alla vita quotidiana, nel libro vi sono meno variabili e risulta quindi una buona “palestra” per consolidare la comprensione verbale,
  • stimoliamo la sua immaginazione, esponendolo a nuovi monti e realtà immaginarie,
  • rafforziamo la relazione tra noi e il nostro bambino,
  • potenziamo l’abilità di riconoscere le proprie emozioni e quelle altrui.

Da quale età?

Fin dalla nascita si può iniziare a leggere piccoli libretti ai bambini: questi libri di solito sono scritti in rima ed hanno pagine morbide o cartonate, con pochi e chiari disegni che possano stimolare la curiosità del bambino. Per quanto riguarda i primissimi mesi di vita si potrebbe iniziare leggendo: “Dieci dita alle mani, dieci dita ai piedini” o “Guarda che faccia!”.

Troverete informazioni in merito a dove individuare altri titoli adatti alle differenti fasce d’età alla fine dell’articolo ma la via più efficace è sicuramente quella di portare il bambino in biblioteca/libreria e permettergli di scegliere i libri che poi gli verranno letti in settimana, questo gli permetterà di iniziare a capire i propri gusti letterari e di potenziare la sua consapevolezza (es. l’altra vota avevo preso questo libro con poche immagini solo per la copertina ma poi è risultato pesante, ecc.).

Ma a mio figlio non piace leggere…

Ovviamente ogni bambino è differente e non tutti si siederanno subito vicino a voi, ma non demordete: provate a seguire i consigli che vi daremo, cercando di non porre continue domande ai bambini e seguendone il loro interesse ed i loro tempi… vedrete che ben presto saranno loro stessi a portarvi i libri per leggerli assieme!

Come leggere ai bambini?

  • scegliere un momento della giornata in modo tale che diventi un rituale tutto vostro, di solito il momento più adatto è la sera, prima di andare a letto: diversi studi hanno dimostrato che leggere al bambino prima che si addormenti favorisce il suo sonno, che sarà più sereno e rilassato,
  • dedicare un piccolo angolo a questa attività, mettendo in vista i libri e un tappeto con un cuscino, dove potervi sedere comodamente con il bambino e senza troppe altre distrazioni,
  • leggere ad alta voce, scandendo bene le parole e raccontando in maniera espressiva la storia,
  • imitare i versi degli animali o i suoni della storia (pin pin per la pioggia, soffiare per il vento, ecc), ci permette di coinvolgere il bambino e divertirlo,
  • non preoccupatevi se richiede sempre lo stesso libro, i bambini amano la routines perché permette loro di comprendere al meglio il mondo; nel caso potrete fare che leggerete due libri: uno scelto da lui e uno scelto da voi, per poter anche ampliare i suoi interessi,

Un’accortezza per i genitori di bambini tra i 3/5 anni: cercate di leggere la storia e non raccontarla sempre e esclusivamente a voce, così utilizzerete anche termini differenti (es. castello, fortezza, rocca, ecc.) e strutture sintattiche più complesse, che nel racconto orale difficilmente utilizzeremmo.

Come posso saperne di più?

Il sito Nati per Leggere, sviluppato assieme all’Associazione Culturale Pediatri, l’Associazione Italiana Biblioteche e il Centro per la Salute del Bambino, pubblica e propone gratuitamente alle famiglie con bambini fino a 6 anni d’età spunti, serate informative e attività di lettura.

Dott.ssa Alice Bellini, Logopedista, Master in Neuropsicologia dell’Età Evolutiva