Insegnanti efficaci

Corso di aggiornamento Professionale sulla relazione interpersonale e sulla comunicazione

Descrizione del corso

Il corso Insegnanti Efficaci è la versione italiana di Teacher Effectiveness Training. Assieme ai corsi paralleli per genitori e per giovani esso si basa sul modello formativo dell’ Effectiveness Training International. ideato da Thomas Gordon, allievo di Carl Rogers, e diffuso in tutto il mondo dai suoi numerosi collaboratori.

Il corso Insegnanti Efficaci si prefigge di sviluppare o migliorare la sensibilità e le competenze necessarie per affrontare con successo i complessi e molteplici aspetti della vita scolastica. Esso unisce la psicologia umanistica di Carl Rogers con la riflessione pedagogica, la ricerca metodologica e le tecniche didattiche più avanzate, nella definizione di un modello di aggiornamento professionale capace di massimizzare e ottimizzare la qualità dell’esperienza scolastica e il tempo di lavoro effettivamente utile e significativo, riducendo al minimo il malessere delle persone.

A tal fine il corso valorizza la sensibilità e la tendenza formativa presente nelle persone e facilita l’acquisizione delle competenze necessarie per risolvere i numerosi e complessi problemi di relazione e di comunicazione che insorgono quotidianamente nel contesto della scuola.

Tali abilità, una volta acquisite, facilitano realmente la soluzione dei problemi e progressivamente contribuiscono alla creazione di un clima di lavoro salutare, soddisfacente e produttivo per l’intera comunità scolastica. Un ulteriore vantaggio è nella possibilità di trasferire tali capacità relazionali in altri contesti come la famiglia, il lavoro, le amicizie.

Ciò che distingue questo corso da numerose altre proposte formative è il suo obiettivo di unire il pregio della sistematicità e compiutezza a quello della relativa brevità del tempo di aggiornamento, il tutto a costi facilmente accessibili.

Caratteristiche

E necessario innanzitutto precisare che quello che viene qui presentato, diversamente dalla utilizzazione parziale che ne è stata fatta finora in Italia, è il programma originale e completo così come è stato elaborato da Thomas Gordon e come viene attualmente diffuso e applicato in altre nazioni.
Il corso è tenuto esclusivamente da persone formate e autorizzate da Effectiveness Training Inc.. In Italia tali persone sono certificate dall’Istituto dell’Approccio Centrato sulla Persona (IACP) che ha l’esclusiva del metodo.

Insegnanti Efficaci è un corso breve (durata minima di 24 ore) di aggiornamento organico e integrato, che ha per destinatari docenti, animatori e educatori, e chiunque debba esercitare nel suo ambito attività di insegnamento.

Questo corso è forse il programma di maggior successo che sia mai stato indirizzato agli insegnanti allo scopo di migliorare la conduzione della classe, il controllo della disciplina e la capacità di comunicazione interpersonale, di risolvere i conflitti e incrementare la consapevolezza nel campo dei valori e delle scelte.
Dal suo inizio ad oggi si sono formati in questo metodo oltre un milione di insegnanti e formatori di oltre trenta paesi del mondo.

Il Teacher Effectiveness Training, realizzato da Gordon nel 1966, si basa sul pensiero e sulla prassi educativa di Carl Rogers e integra l’approccio umanistico con tecniche didattiche avanzate. Esso è strutturato in modo da proporre contemporaneamente e in maniera integrata il livello della teoria e quello della esperienza ed ha pertanto una valenza cognitivo-esperienziale.

Esso deriva da numerose e qualificate esperienze di ricerca pedagogica, e si compone di una serie di metodi che i partecipanti possono apprendere e applicare nel loro lavoro come nella loro vita.

E’ opportuno sottolineare che, al di là dei metodi e delle tecniche, è di fondamentale importanza che i partecipanti comprendano e condividano i principi concettuali a cui essi si ispirano: una filosofia decisamente democratica, centrata sul rispetto delle persone, e basata sulla convinzione che in caso di conflitto non è giusto che a vincere sia solo una delle due parti in causa (ad esempio: l’adulto o l’adolescente). Una soluzione produttiva viene raggiunta solo quando entrambi si sentono vincenti perché hanno veramente collaborato nella comprensione del problema e nella ricerca delle soluzioni, un clima di autentica condivisione del potere e della responsabilità.

Obiettivi

Obiettivi generali

Lo scopo principale del corso Insegnanti Efficaci è quello di sviluppare e affinare la competenza relazionale degli insegnanti di ogni ordine e grado. Vuole formare “insegnanti efficaci” nella comunicazione educativa, intendendo per efficacia la capacità di esercitare una effettiva, concreta influenza sugli allievi senza far ricorso all’uso del potere.

Più in particolare lo scopo di questo corso è quello di incrementare la qualità e la quantità di tempo dedicato nella scuola al processo di insegnamento/apprendimento facendo risparmiare a insegnanti, allievi e responsabili della scuola tempo ed energie facilmente dispersi per far fronte ai problemi e ai conflitti presenti nelle classi e nella scuola.

insegnanti efficaci

Obiettivi specifici

Gli obiettivi del corso possono essere chiaramente compresi se si fa riferimento alle seguenti competenze relazionali che i partecipanti hanno l’opportunità di apprendere, e che costituiscono di fatto il contenuto del corso:

  1. Osservare e descrivere oggettivamente il comportamento, proprio e degli altri, evitando l’uso di etichette, valutazioni e giudizi personali fuorvianti.
  2. Identificare le aree problematiche ed apprendere ad attribuire correttamente, in situazioni conflittuali, la competenza dei problemi a noi o agli altri al fine di individuare una via di soluzione.
  3. Apprendere nuove e più efficaci modalità di ascolto e comprensione empatica al fine di avviare in modo utile una relazione di aiuto.
  4. Confrontarsi positivamente e produttivamente con gli altri, specialmente nelle situazioni in cui gli altri hanno comportamenti per noi “inaccettabili”, esprimendo in modo chiaro e congruente fatti, pensieri e sentimenti.
  5. Esprimere liberamente le proprie emozioni e le proprie opinioni senza ferire o ingannare l’
  6. Saper integrare le capacità di ascolto e di confronto precedentemente apprese.
  7. Apprendere come e quando impiegare metodi “democratici” nella risoluzione dei conflitti, al fine di individuare soluzioni comuni che rispondano ai bisogni di tutte le parti in causa.
  8. Offrire opzioni efficaci a risolvere le collisioni di valori.
  9. Struttura del corso

Il Corso è di­viso in otto moduli:

1° modulo

  • Presentazione del corso e degli obiettivi.
  • Analisi delle aspettative e dei bisogni dei partecipanti.
  • Definizione del comportamento. Comportamenti dell’
  • Come capire il comportamento delle persone.
  • Il rettangolo del comportamento.
  • Come riconoscere, affrontare e risolvere i problemi.
  • Di chi è il problema?

2° modulo

  • Come prestare ascolto e attenzione all’
  • Le barriere alla comunicazione.
  • La teoria della comunicazione.

3° modulo

  • Le caratteristiche di una relazione di aiuto.
  • L’ascolto passivo.
  • L’ascolto attivo.
  • L’

4° modulo

  • Come ottenere ascolto e attenzione dagli altri.
  • I messaggi in prima persona.
  • Il confronto e l’assertività.
  • Genuinità e empatia.

5° modulo

  • Come trattare la resistenza al cambiamento.
  • La teoria dell’iceberg: cosa c’è sotto l’ira?
  • La teoria dei bisogni di Maslow.
  • Il cambio di marcia.

6° modulo

  • Come risolvere gli inevitabili conflitti in modo che tutte le parti in causa si sentano rispettate.
  • Conflitti su bisogni concreti e collisioni di valori.
  • Stili di risoluzione dei conflitti.
  • Come lavorare efficacemente in team.

7° modulo

  • Uso del potere.
  • Metodi I e II: aspetti positivi e aspetti negativi.
  • Come rendere produttiva la conflittualità.
  • Il metodo III.

8° modulo

  • Come promuovere l’autocontrollo e l’
  • Come modificare l’ambiente scolastico.
  • Come trattare le collisioni di valori.
  • Le opzioni ad alto e a basso rischio per la relazione.

Metodologia

Il corso Insegnanti Efficaci si ispira ai modi di essere” e agli atteggiamenti facilitanti” di Carl Rogers e si presenta come un corso strutturato, con sequenze temporali precise e ricco di materiale didattico. Attua una forma di apprendimento attiva e impegna i partecipanti nella diretta esperienza dei concetti e delle abilità insegnate. Facilita la condivisione di esperienze e l’espressione di idee, dubbi e problemi.

Il processo di apprendimento si svolge lungo un cammino articolato in quattro momenti essenziali:

Strutturare le varie attività: si tratta di una breve presentazione dei contenuti e degli obiettivi di ogni modulo, con l’uso di sussidi audiovisivi.

Interessare i partecipanti con l’uso di role play, di ricordo guidato di importanti esperienze, di riflessioni scritte, di esercizi, di casi esemplari, di laboratori esperienziali effettuati in coppie, triadi, piccoli gruppi.

Discutere quanto appreso condividendo in piccoli e grandi gruppi le intuizioni e le nuove tecniche apprese.

Applicare quanto imparato e sperimentato nelle proprie attività personali e professionali, esercitandosi con il personale della propria scuola, in famiglia ecc. e cominciando a pianificare l’uso costante delle abilità apprese nel proprio lavoro.

Materiale didattico

I partecipanti utilizzeranno un quaderno di lavoro (workbook) appositamente predisposto. Alla fine del corso ogni partecipante riceverà un certificato di partecipazione.

Organizzazione

Il corso ha una durata di 24 ore suddivise in 8 incontri di 3 ore ciascuno oppure in 4 incontri di 6 ore ciascuno. Soluzioni differenti possono essere concordate.

Formatore

Il corso sarà tenuto dalla Dott.ssa Simona Volpi Psicologa – Psicoterapeuta individuale e di gruppo dell’Approccio Centrato sulla Persona – Formatrice Gordon.

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malocclusione

Con il termine pedofagia si intendono i disturbi della deglutizione (disfagie) caratterizzanti l’età evolutiva. La deglutizione dei neonati e dei bambini è infatti diversa rispetto a quella degli adulti, proprio come accade per altri aspetti quali la deambulazione o il linguaggio.

Questo meccanismo è correlato a diversità anatomiche e fisiologiche, nei neonati ad esempio non è possibile introdurre cibo solido o semi solido fino ai 4-6 mesi di età e fino a 6 mesi sono privi di dentizione. Differenze queste che portano la funzione deglutitoria a svilupparsi nel corso degli anni fino a completamento intorno ai 6 anni.

A quest’età il meccanismo deglutitorio è consolidato, ed è possibile osservare due cambiamenti importanti.

Il primo è il passaggio alla deglutizione adulta con scomparsa della spinta linguale, il secondo è il perfezionamento dei movimenti dei muscoli masticatori. In questo periodo si sviluppano le abilità stereognosiche, ovvero la capacità di riconoscere con i soli sensi orali forme geometriche oppure oggetti. A livello masticatorio si associa una diminuzione del numero di atti masticatori necessari a deglutire il cibo, poiché il sistema diviene più efficiente.

Questo periodo è importante anche per un altro motivo, ossia che i bambini iniziano a perdere la dentizione decidua in favore di quella permanente. Da questo momento in poi è possibile evidenziare anomalie dell’occlusione dovute ad irregolarità di posizione dei denti e/o di forma delle arcate, che vengono definite con il nome di malocclusioni.

Negli ultimi anni queste problematiche sembrano essere in crescente aumento, verosimilmente in relazione a due aspetti quali: la modificazione delle abitudini alimentari ed il miglioramento delle condizioni sanitarie.

Quest’ultimo fattore ha portato un numero crescente di persone a rivolgersi a cure ortodontiche e logopediche, così da poter risolvere problematiche di irregolarità di posizione e/o forma delle arcate dentarie, soprattutto per motivi legati all’estetica.

L’ortodonzia consente infatti di ottenere significativi benefici che non si limitano all’allineamento dei denti, ma contribuiscono all’equilibrio a livello estetico di labbra e volto, al miglioramento dell’efficacia della funzione masticatoria, alla conservazione dei denti e dei tessuti di sostegno e a consolidare i risultati ottenuti.

L’obiettivo finale è quello di ottenere uno sviluppo armonico sia dal punto di vista anatomico che funzionale.

In che modo la figura del logopedista si inserisce all’interno di questo panorama?

La malocclusione contribuisce all’insorgenza e/o al persistere di disturbi articolatori e deglutitori a causa della complessità dei rapporti esistenti tra lo sviluppo dell’occlusione e gli aspetti motori di deglutizione e articolazione. Vi è infatti una frequente associazione tra modificazioni della deglutizione e malocclusione, caratterizzate generalmente da morso aperto anteriore o laterale.

Per morso aperto si intende una malocclusione contraddistinta dalla presenza di spazi ben visibili dovuti al mancato contatto fra elementi dell’arcata superiore ed elementi dell’arcata inferiore. Spesso questa conformazione è correlata ad un’anomalia della spinta linguale o all’assenza del sigillo labiale anteriore (labbra aperte anche in posizione di risposo).

I punti cardine della deglutizione adulta sono:

  • Arcate dentarie in occlusione (deglutizione a bocca chiusa)
  • Mandibola stabile;
  • Punta della lingua posizionata indietro rispetto agli incisivi superiori e pressata contro il palato;
  • Contrazioni minime o nulle delle labbra.

Quando una delle caratteristiche sopra illustrate viene meno, o è alterata, si parla di “deglutizione deviante” o “atipica”. Spesso i bambini che manifestano questa problematica presentano quella che viene definita come respirazione orale associata, ovvero respirano utilizzando prevalentemente o esclusivamente la bocca, e non il naso.

Ciò spesso comporta malattie naso-respiratorie (come raffreddore o mal di gola), in quanto l’aria immessa dalla bocca non è filtrata e umidificata come avviene invece per quella inspirata dal naso.  

Ma non solo, spesso accade che una spinta linguale errata provochi uno spostamento dei denti che possono apparire storti e/o inclinati. Tale problematica non può essere risolta solo con l’ausilio di un apparecchio ortodontico, in quanto questa correzione non agisce sulla causa.

È possibile infatti che una volta terminato il trattamento e rimosso l’apparecchio, i denti subiscano un’ulteriore modifica e/o spostamento provocato dal permanere della spinta linguale errata.

Una delle cause più diffuse per tale anomalia è la presenza di abitudini viziate. Quali sono?

Succhiamento del dito, uso protratto di ciuccio o biberon, onicofagia, lapisfagia sono solo alcuni dei vizi orali che possono essere presenti, e che vanno assolutamente eliminati per una buona riuscita del trattamento. Tutti gli elementi citati provocano una modificazione dell’apparato stomatognatico che può alterare lo sviluppo anatomico e funzionale armonico del bambino.

Una terapia logopedica miofunzionale mirata e adattata per ogni bambino può portare alla correzione stabile, o sostanziale miglioramento, delle anomalie della deglutizione.

Così come risulta fondamentale il trattamento logopedico altrettanto importante, nei casi di malocclusioni clinicamente evidenti, risulta essere il trattamento ortodontico, utile a restituire alla bocca caratteristiche morfologiche appropriate, fondamentali per aumentare l’efficacia del trattamento riabilitativo logopedico delle funzioni deglutitorie, masticatorie e anche fonatorie.

In caso di morso aperto per esempio, è frequente osservare, oltre ad un problema deglutitorio, dislalie (quindi disturbo dell’articolazione dei fonemi, in questo caso ad esempio produzione di /s/ interdentale).

Quante sedute servono per risolvere un problema di deglutizione deviante?

Esistono ad oggi dei protocolli standardizzati per il trattamento miofunzionale, ma è utile ricordare e sottolineare come ogni bambino sia unico e irreplicabile,  motivo per cui possono reagire in modo diverso al trattamento.

È quindi difficile prestabile un numero definitivo di sedute a priori, ogni percorso è costruito ad hoc in relazione al quadro clinico del bambino stesso. Gli esercizi riabilitativi possono per esempio essere modificati in modo da risultare maggiormente accattivanti per i bambini, che quindi mostrano una migliore aderenza al trattamento, elemento fondamentale per il successo terapeutico.

Se il tuo bambino presenta una o più delle caratteristiche analizzate all’interno di questo articolo, non esitare a contattare uno specialista, tramite una semplice visita è possibile identificare una problematica di deglutizione deviante e quindi iniziare il percorso riabilitativo migliore!

In questi ultimi mesi abbiamo tutti avuto il presentimento di aver vissuto come all’interno di una bolla. Al di fuori delle “normali” regole dello spazio e del tempo nessuno si è sentito escluso dalla particolare sensazione di strettezza e, finalmente, dopo 14 settimane di chiusura forzata siamo entrati nel vivo di quel fantomatico e preoccupante “post quarantena”.

Un “dopo quarantena” che ha coinciso con l’inizio del periodo estivo, un’estate che non sarà come le altre: un’estate particolarmente italiana!

Sì perché quanto accaduto è un evento così significativo che sarà in grado di segnare nel corso della nostra storia un “prima” e un “dopo”, ma non dovremo aspettare che i nostri figli o nipoti lo studino sui libri di scuola, gli effetti li stiamo già vedendo con i nostri occhi in queste prime settimane di ripartenza.

Genitori e bambini durante il lockdown

Quante volte all’interno delle lunghe giornate di quarantena familiare ci ha travolto una forte preoccupazione per i bambini?
Quasi nessuno parla di loro e, purtroppo, ancora non si è trovata una risposta accettabile in questo periodo “post lockdown”.

Una mamma durante il periodo di quarantena mi ha scritto questo messaggio parlando dei suoi due bambini, entrambi in età prescolare: “Al di là delle mie fatiche che faccio con tutto l’amore possibile, si stanno davvero perdendo tanto e io non posso certo compensare quello che gli può dare il loro mondo.. .speriamo trovino qualche idea.

Un’altra mamma invece mi raccontava che si sentiva spesso con i genitori o con gli amici in videochiamata, e la sua bambina di quasi 2 anni voleva sempre partecipare attivamente a questi momenti, quando poi nello schermo compariva la zia, la sua preferita, voleva prendere in mano il telefono finendo poi per piangere nel momento successivo in cui le veniva tolto (usato per pochissimi minuti insieme alla mamma).

Questa mamma mi chiedeva se sbagliava a lasciare il telefono in mano alla sua bambina anche solo per pochi minuti e cosa poteva fare anche a fronte della crisi di pianto della piccola, e concludeva scrivendomi: “[…] comunque è molto bello osservarla in questi giorni, mi spiace tantissimo che non abbia la possibilità di giocare con altri bimbi…

Le 14 settimane di quarantena hanno avuto degli effetti significativi sia sui bambini che sui genitori che hanno vissuto molte preoccupazioni. Dalla mancanza di contatto sociale dei bambini con i loro coetanei; il prolungato contatto con la tecnologia casalinga veicolo di relazioni, informazioni e svago e indispensabile per il lavoro degli adulti; la mancanza di uno spazio adeguato affinché potessero giocare in sicurezza e tranquillità e la difficoltà di vivere delle relazioni sane e fisiche, soprattutto tra bambini coetanei, dovute alle costanti e numerose attenzioni  alle norme di tutela e distanziamento sociale.

Preoccupazioni per questo “dopo” che è arrivato, ma continua ad essere ancora così confuso e incerto. Durante questa estate che è iniziata la responsabilità di noi adulti, di noi genitori, nei confronti dei nostri bambini sarà ancora più grande, a fronte dell’importante deprivazione che i bambini hanno vissuto durante il lockdown.

Il ruolo di noi professionisti

Cosa possiamo fare e che responsabilità abbiamo quindi nel nostro piccolo noi liberi professionisti che lavoriamo con i bambini e con la maggior parte delle realtà sociali che li vedono coinvolti?

Non dobbiamo assolutamente dimenticarci di voi genitori, anzi, ci è richiesto di valorizzare ancora di più la vostra presenza in questo periodo! Possiamo continuare a darvi indicazioni, consigli, idee e spunti per aiutare proprio voi mamme e papà, che quotidianamente siete non solo genitori, ma anche amici, eroi, esempi e compagni di avventure e disavventure per e con i vostri bambini.

Con l’articolo di oggi quindi non voglio tenervi troppo tempo a leggere bloccati davanti ad uno schermo quando attorno a voi i vostri bambini giocano a fare i pirati, o rubandovi del prezioso tempo personale mentre state cucinando, pulendo o mentre state per andare a dormire.

A fronte anche di questa estate così particolare che sta iniziando, voglio provare a darvi qualche spunto, quelli che ritengo più interessanti, che potrete poi ritrovare continuamente aggiornati insieme a tanti altri nelle nostre pagine Social.

Routine strutturate per organizzare la giornata

Per quanto riguarda i nostri bambini cerchiamo di aiutarli, ed aiutarci, costruendo delle routine strutturate che diano un’organizzazione e un orientamento temporale alla giornata: ricordate che la mattina è il momento della novità, della creatività, dell’esplorazione e dell’autonomia; il pomeriggio è il momento del gioco più fisico, di movimento per chi ha gli spazi e la possibilità di proporli; la sera invece è il momento dedicato alle coccole, alla lettura e, perché no, ogni tanto anche per vedere un bel cartone animato insieme.

Mamme e papà tenete a mente l’importanza del responsabilizzare i vostri bambini e del lasciare loro degli spazi di autonomia, ma allo stesso tempo anche che il diritto alla noia è uno dei diritti fondamentali dei bambini, e che la noia e il gioco autonomo sono importanti tanto quanto i momenti programmati e i giochi strutturati.

Inoltre, ricordiamoci di non escludere i nostri bambini da quello che continua ad accadere al di fuori e dentro la vostra casa, parliamo con loro, spieghiamo loro la situazione per come ci è possibile, e parliamo spesso anche di noi, di come stiamo, delle nostre emozioni positive e negative.

Viviamo e sperimentiamo il sole, il caldo, l’acqua, il mare, la montagna, le camminate e le biciclettate, ma in questa estate, così regolamentata dalle norme di distanziamento sociale, non dimentichiamoci della tecnologia. Potrà magari sembrarvi strano, ma mai come in questo periodo abbiamo la possibilità di educare i nostri figli a un uso adeguato e intelligente della tecnologia, in modo particolare nella fascia 0-6 anni!

Sono state numerose le preoccupazioni e le domande che voi genitori vi siete posti e ci avete mandato, a tal proposito mi sembra importante quindi ricordarvi quanto segue.

Mamme e papà ricordatevi che i bambini più sono piccoli e più imparano osservando tutto quello che sta loro intorno, il pensiero più sbagliato che possiamo prendere come nostro punto di partenza è “tanto è troppo piccolo per capire”.

È vero che i primi due anni il bambino non capisce in stretto senso cognitivo, ma è anche vero che è in grado di apprendere perché osserva, ascolta, percepisce con tutto il suo corpo e i suoi sensi quello che accade intorno a lui. Risulta quindi fondamentale l’esempio che voi date ogni giorno nel modo in cui voi utilizzate gli strumenti tecnologici, diventa quindi preziosissima la vostra attiva partecipazione educativa all’esperienza digitale dei vostri figli.

A tal proposito come indicazioni più generali vi rimandiamo alle indicazioni che La Società Italiana di Pediatria ha pubblicato in un documento ufficiale sull’utilizzo dei media devices nei bambini da 0 a 8 anni, lo potete trovare comodamente cliccando qui.

E per lasciarvi con un po’ di curiosità ho pubblicato un video sulla nostra pagina Facebook in cui ho parlato di bambini e tecnologia in quarantena. Alla fine di questo video troverete il suggerimento di uno strumento concreto molto interessante per voi genitori, su come poter scegliere applicazioni di qualità da poter usare insieme ai vostri bambini.

Non mi rimane altro che augurarvi di vivere una bella estate insieme ai vostri bambini! Per ulteriori domande e curiosità o avete bisogno di maggiori informazioni, potete scrivere un’email all’indirizzo centrolatrottola@gmail.com o visitare la nostra pagina Facebook “La Trottola – Centro per l’Età Evolutiva”.

Dottor Marco Bonacina – Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva, Terapista DIR Floortime, Insegnante Certificato A.I.M.I., IBFF® Official Instructor

La rabbia del bambino

La rabbia del bambino: cosa significa e come aiutarlo a gestirla meglio.

La rabbia è un’emozione che indica una massiccia disorganizzazione del sé. Durante uno scoppio d’ira, il livello di tensione nel corpo e nella mente del bambino è talmente alto da suscitare in lui un incontrollato bisogno di scaricarlo, verbalmente o fisicamente. Alcuni bambini esplodono regolarmente, scaricando la terribile tensione che sentono attraverso morsi, calci, picchiando e imprecando o perdendo il controllo, come se volessero eliminare sia la tensione sia la persona che reputano esserne la causa.

La rabbia incontrollata del bambino in un mondo di adulti.

Forti reazioni di rabbia nei bambini suscitano spesso nel genitore paura, senso di impotenza, preoccupazione per il futuro e ulteriore aggressività.

Tali sentimenti possono aggravarsi nei casi in cui il bambino ha una reazione di rabbia incontrollata in un luogo pubblico, in queste situazioni il timore di essere giudicato incapace nello svolgimento del proprio ruolo genitoriale spinge l’adulto a mettere in atto strategie riparatorie inadeguate o che possono rinforzare il comportamento del bambino, per esempio punirlo con eccessiva aggressività o assecondarlo nelle sue richieste.

Molti adulti non sanno che lo stato di sovrastimolazione in cui si trova il bambino in quel momento, compromette la capacità di pensiero e quindi la possibilità di agire in modo ragionevole per controllarsi. Ciò si verifica perché durante gli scoppi d’ira, la parte attiva del cervello è quella inferiore, ovvero la sub-corteccia cerebrale e non il cervello superiore, che invece gli permetterebbe di pensare le emozioni senza limitarsi a scaricarle.

Oltre all’incapacità nel gestire la rabbia, tale funzionamento cerebrale rende il bambino più sensibile alle gratificazioni e pertanto la tolleranza alla frustrazione è molto ridotta. Questo assetto neurobiologico fa sì che l’emozione negativa derivante da uno stimolo doloroso come il rifiuto di acquistare un giocattolo o la negazione di un’attività piacevole, non trovi possibilità di calmarsi attraverso il pensiero del cervello superiore, venendo così scaricata direttamente sul piano corporeo.

Chi punisce un bambino che ha subito un arresto dello sviluppo non si rende conto che questo bambino è prigioniero della sua rabbia perché non ha ancora sviluppato un sistema di moderazione dello stress nel suo cervello superiore.

Perché alcuni bambini non sviluppano l’assetto neurobiologico necessario?

I fattori di rischio per lo sviluppo di questa fragilità sono molteplici e di varia natura; gli studi confermano la presenza di una predisposizione di origine genetica che combinata a fattori familiari, ambientali e relazionali possono favorire lo sviluppo di difficoltà nella gestione della rabbia. Nei casi più gravi tali combinazioni possono sfociare in Disturbo Oppositivo Provocatorio o Disturbo della Condotta.

Tra i fattori familiari, assume un ruolo importante lo stato psicologico della mamma al momento della nascita del figlio e lo stile relazionale che si instaura tra di loro. Nello specifico, madri in stato depressivo tendono a vivere con maggiore stress le richieste di accudimento del figlio e a interpretare i comportamenti negativi come intenzionali e ostili nei loro confronti anche nelle situazioni in cui non lo sono. Per esempio la tipica “fase dei NO” è un momento molto delicato per queste mamme che faticano a riconoscere il bisogno del bambino e reagiscono con pratiche educative più dure. In alcune situazioni tendono a evitare ciò che provoca stress togliendo così al bambino la possibilità di imparare a modulare le emozioni. Successivamente il genitore sarà obbligato ad imporre limiti più forti a cui il bambino, incapace di tollerare e gestire frustrazione e rabbia, reagirà con maggiore aggressività generando così un vero e proprio ciclo coercitivo della rabbia.

Come disinnescare un bambino che si sente una bomba?

L’impulsività e la rabbia del bambino generano a loro volta impulsività e rabbia nell’adulto che tenta di gestire la situazione usando parole come “smettila!”, “calmati!” o agendo mettendolo in punizione. Il bambino prigioniero della sua rabbia non è capace di calmarsi o di frenare i suoi impulsi, perché non possiede la chimica e le vie nervose nel cervello necessarie.

Nei momenti di rabbia esplosiva l’adulto può svolgere il ruolo di “regolatore” degli stati emotivi attuando quattro fondamentali passaggi:

1. Sintonizzarsi con l’intensità dell’emozione.

Il bambino ha bisogno di sentire l’adulto connesso emotivamente con lui, per questo è utile assumere un’espressione del viso o una tonalità di voce che sia in sintonia con il suo stato emotivo. Se il bambino è arrabbiato, è meglio rispondere con un tono di voce energico come: “Sei davvero molto arrabbiato!”.

2. Convalidare la sua esperienza.

Poiché il bambino non ha sviluppato la capacità di regolare le emozioni attraverso le parole, è importante che l’adulto riconosca lo stato emotivo e lo verbalizzi per lui. Per esempio può essere utile dire: “Ti sei sentito attaccato quando Giorgio ti ha offeso, vero?”.

3. Contenere il bambino e le sue emozioni.

Il contenimento permette al bambino di sentirsi “sicuro nel provare le sue emozioni”. Ciò richiede la presenza di un adulto che riesca ad essere sufficientemente calmo, forte e gentile per riuscire a stare con un bambino emotivamente turbolento. Quando la situazione va oltre certi limiti, il contenimento può essere anche fisico.

4. Calmare il bambino.

Quando il picco di rabbia inizia a diminuire, l’adulto può accompagnare il ritorno alla calma assumendo un tono di voce più morbido e un tocco gentile. Se il bambino si trova in compagnia di un adulto con cui si sente emotivamente protetto e sicuro, un contatto fisico di questo tipo sarà sufficiente a riportare gli ormoni dello stress a livelli normali.

Se hai trovato questo articolo interessante e senti la necessità di una consulenza più approfondita, non esitare a contattare la dott.ssa Elisabetta Boschini, Psicoterapeuta del Centro La Trottola, scrivendo a centrolatrottola@gmail.com oppure chiamando il 3312212505