Insegnanti efficaci

Corso di aggiornamento Professionale sulla relazione interpersonale e sulla comunicazione

Descrizione del corso

Il corso Insegnanti Efficaci è la versione italiana di Teacher Effectiveness Training. Assieme ai corsi paralleli per genitori e per giovani esso si basa sul modello formativo dell’ Effectiveness Training International. ideato da Thomas Gordon, allievo di Carl Rogers, e diffuso in tutto il mondo dai suoi numerosi collaboratori.

Il corso Insegnanti Efficaci si prefigge di sviluppare o migliorare la sensibilità e le competenze necessarie per affrontare con successo i complessi e molteplici aspetti della vita scolastica. Esso unisce la psicologia umanistica di Carl Rogers con la riflessione pedagogica, la ricerca metodologica e le tecniche didattiche più avanzate, nella definizione di un modello di aggiornamento professionale capace di massimizzare e ottimizzare la qualità dell’esperienza scolastica e il tempo di lavoro effettivamente utile e significativo, riducendo al minimo il malessere delle persone.

A tal fine il corso valorizza la sensibilità e la tendenza formativa presente nelle persone e facilita l’acquisizione delle competenze necessarie per risolvere i numerosi e complessi problemi di relazione e di comunicazione che insorgono quotidianamente nel contesto della scuola.

Tali abilità, una volta acquisite, facilitano realmente la soluzione dei problemi e progressivamente contribuiscono alla creazione di un clima di lavoro salutare, soddisfacente e produttivo per l’intera comunità scolastica. Un ulteriore vantaggio è nella possibilità di trasferire tali capacità relazionali in altri contesti come la famiglia, il lavoro, le amicizie.

Ciò che distingue questo corso da numerose altre proposte formative è il suo obiettivo di unire il pregio della sistematicità e compiutezza a quello della relativa brevità del tempo di aggiornamento, il tutto a costi facilmente accessibili.

Caratteristiche

E necessario innanzitutto precisare che quello che viene qui presentato, diversamente dalla utilizzazione parziale che ne è stata fatta finora in Italia, è il programma originale e completo così come è stato elaborato da Thomas Gordon e come viene attualmente diffuso e applicato in altre nazioni.
Il corso è tenuto esclusivamente da persone formate e autorizzate da Effectiveness Training Inc.. In Italia tali persone sono certificate dall’Istituto dell’Approccio Centrato sulla Persona (IACP) che ha l’esclusiva del metodo.

Insegnanti Efficaci è un corso breve (durata minima di 24 ore) di aggiornamento organico e integrato, che ha per destinatari docenti, animatori e educatori, e chiunque debba esercitare nel suo ambito attività di insegnamento.

Questo corso è forse il programma di maggior successo che sia mai stato indirizzato agli insegnanti allo scopo di migliorare la conduzione della classe, il controllo della disciplina e la capacità di comunicazione interpersonale, di risolvere i conflitti e incrementare la consapevolezza nel campo dei valori e delle scelte.
Dal suo inizio ad oggi si sono formati in questo metodo oltre un milione di insegnanti e formatori di oltre trenta paesi del mondo.

Il Teacher Effectiveness Training, realizzato da Gordon nel 1966, si basa sul pensiero e sulla prassi educativa di Carl Rogers e integra l’approccio umanistico con tecniche didattiche avanzate. Esso è strutturato in modo da proporre contemporaneamente e in maniera integrata il livello della teoria e quello della esperienza ed ha pertanto una valenza cognitivo-esperienziale.

Esso deriva da numerose e qualificate esperienze di ricerca pedagogica, e si compone di una serie di metodi che i partecipanti possono apprendere e applicare nel loro lavoro come nella loro vita.

E’ opportuno sottolineare che, al di là dei metodi e delle tecniche, è di fondamentale importanza che i partecipanti comprendano e condividano i principi concettuali a cui essi si ispirano: una filosofia decisamente democratica, centrata sul rispetto delle persone, e basata sulla convinzione che in caso di conflitto non è giusto che a vincere sia solo una delle due parti in causa (ad esempio: l’adulto o l’adolescente). Una soluzione produttiva viene raggiunta solo quando entrambi si sentono vincenti perché hanno veramente collaborato nella comprensione del problema e nella ricerca delle soluzioni, un clima di autentica condivisione del potere e della responsabilità.

Obiettivi

Obiettivi generali

Lo scopo principale del corso Insegnanti Efficaci è quello di sviluppare e affinare la competenza relazionale degli insegnanti di ogni ordine e grado. Vuole formare “insegnanti efficaci” nella comunicazione educativa, intendendo per efficacia la capacità di esercitare una effettiva, concreta influenza sugli allievi senza far ricorso all’uso del potere.

Più in particolare lo scopo di questo corso è quello di incrementare la qualità e la quantità di tempo dedicato nella scuola al processo di insegnamento/apprendimento facendo risparmiare a insegnanti, allievi e responsabili della scuola tempo ed energie facilmente dispersi per far fronte ai problemi e ai conflitti presenti nelle classi e nella scuola.

insegnanti efficaci

Obiettivi specifici

Gli obiettivi del corso possono essere chiaramente compresi se si fa riferimento alle seguenti competenze relazionali che i partecipanti hanno l’opportunità di apprendere, e che costituiscono di fatto il contenuto del corso:

  1. Osservare e descrivere oggettivamente il comportamento, proprio e degli altri, evitando l’uso di etichette, valutazioni e giudizi personali fuorvianti.
  2. Identificare le aree problematiche ed apprendere ad attribuire correttamente, in situazioni conflittuali, la competenza dei problemi a noi o agli altri al fine di individuare una via di soluzione.
  3. Apprendere nuove e più efficaci modalità di ascolto e comprensione empatica al fine di avviare in modo utile una relazione di aiuto.
  4. Confrontarsi positivamente e produttivamente con gli altri, specialmente nelle situazioni in cui gli altri hanno comportamenti per noi “inaccettabili”, esprimendo in modo chiaro e congruente fatti, pensieri e sentimenti.
  5. Esprimere liberamente le proprie emozioni e le proprie opinioni senza ferire o ingannare l’
  6. Saper integrare le capacità di ascolto e di confronto precedentemente apprese.
  7. Apprendere come e quando impiegare metodi “democratici” nella risoluzione dei conflitti, al fine di individuare soluzioni comuni che rispondano ai bisogni di tutte le parti in causa.
  8. Offrire opzioni efficaci a risolvere le collisioni di valori.
  9. Struttura del corso

Il Corso è di­viso in otto moduli:

1° modulo

  • Presentazione del corso e degli obiettivi.
  • Analisi delle aspettative e dei bisogni dei partecipanti.
  • Definizione del comportamento. Comportamenti dell’
  • Come capire il comportamento delle persone.
  • Il rettangolo del comportamento.
  • Come riconoscere, affrontare e risolvere i problemi.
  • Di chi è il problema?

2° modulo

  • Come prestare ascolto e attenzione all’
  • Le barriere alla comunicazione.
  • La teoria della comunicazione.

3° modulo

  • Le caratteristiche di una relazione di aiuto.
  • L’ascolto passivo.
  • L’ascolto attivo.
  • L’

4° modulo

  • Come ottenere ascolto e attenzione dagli altri.
  • I messaggi in prima persona.
  • Il confronto e l’assertività.
  • Genuinità e empatia.

5° modulo

  • Come trattare la resistenza al cambiamento.
  • La teoria dell’iceberg: cosa c’è sotto l’ira?
  • La teoria dei bisogni di Maslow.
  • Il cambio di marcia.

6° modulo

  • Come risolvere gli inevitabili conflitti in modo che tutte le parti in causa si sentano rispettate.
  • Conflitti su bisogni concreti e collisioni di valori.
  • Stili di risoluzione dei conflitti.
  • Come lavorare efficacemente in team.

7° modulo

  • Uso del potere.
  • Metodi I e II: aspetti positivi e aspetti negativi.
  • Come rendere produttiva la conflittualità.
  • Il metodo III.

8° modulo

  • Come promuovere l’autocontrollo e l’
  • Come modificare l’ambiente scolastico.
  • Come trattare le collisioni di valori.
  • Le opzioni ad alto e a basso rischio per la relazione.

Metodologia

Il corso Insegnanti Efficaci si ispira ai modi di essere” e agli atteggiamenti facilitanti” di Carl Rogers e si presenta come un corso strutturato, con sequenze temporali precise e ricco di materiale didattico. Attua una forma di apprendimento attiva e impegna i partecipanti nella diretta esperienza dei concetti e delle abilità insegnate. Facilita la condivisione di esperienze e l’espressione di idee, dubbi e problemi.

Il processo di apprendimento si svolge lungo un cammino articolato in quattro momenti essenziali:

Strutturare le varie attività: si tratta di una breve presentazione dei contenuti e degli obiettivi di ogni modulo, con l’uso di sussidi audiovisivi.

Interessare i partecipanti con l’uso di role play, di ricordo guidato di importanti esperienze, di riflessioni scritte, di esercizi, di casi esemplari, di laboratori esperienziali effettuati in coppie, triadi, piccoli gruppi.

Discutere quanto appreso condividendo in piccoli e grandi gruppi le intuizioni e le nuove tecniche apprese.

Applicare quanto imparato e sperimentato nelle proprie attività personali e professionali, esercitandosi con il personale della propria scuola, in famiglia ecc. e cominciando a pianificare l’uso costante delle abilità apprese nel proprio lavoro.

Materiale didattico

I partecipanti utilizzeranno un quaderno di lavoro (workbook) appositamente predisposto. Alla fine del corso ogni partecipante riceverà un certificato di partecipazione.

Organizzazione

Il corso ha una durata di 24 ore suddivise in 8 incontri di 3 ore ciascuno oppure in 4 incontri di 6 ore ciascuno. Soluzioni differenti possono essere concordate.

Formatore

Il corso sarà tenuto dalla Dott.ssa Simona Volpi Psicologa – Psicoterapeuta individuale e di gruppo dell’Approccio Centrato sulla Persona – Formatrice Gordon.

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sindrome premestruale

La sindrome premestruale (PMS – Pre Mestrual Syndrome), conosciuta anche come tensione premestruale o PMT, è un insieme di fastidi di varia natura che si manifestano, in genere, alcuni giorni prima della comparsa del ciclo mestruale. Non tutte le donne soffrono di questa sindrome, anche se si tratta di un fenomeno abbastanza diffuso.

Secondo recenti studi, si stima che la sindrome premestruale colpisca circa 3 donne su 4 con sintomi che possono variare da lievi a molto intensi. La sintomatologia, che si manifesta secondo una certa regolarità, coinvolge cambiamenti fisici ed anche psicologici ed emotivi e, in qualche caso, può influenzare la routine delle donne coinvolte, soprattutto quando l’intensità di questi sintomi diventa poco tollerabile o si prolunga per più giorni.

Anche la sfera alimentare può risentire di alcuni cambiamenti legati alla sindrome premestruale. Si manifestano spesso infatti sintomi come cambiamenti nell’appetito e voglie di cibi specifici, gonfiore addominale e aumento di peso, riacutizzazione dell’acne, alterazione della regolarità intestinale. Per alcune donne la presenza di questi sintomi può addirittura alterare le normali attività quotidiane, anche se in genere, indipendentemente dall’intensità di essi, per la maggior parte delle donne, essi scompaiono entro quattro giorni dalla comparsa del flusso mestruale.

In passato la sindrome premestruale non veniva riconosciuta dalla società e anzi veniva vista come una “malattia immaginaria” a causa della varietà dei sintomi che si manifestano. La rapida scomparsa dei sintomi, spesso senza trattamento medico, e la loro ricomparsa nel mese successivo, aumentavano i dubbi sull’esistenza di questa condizione.È stato anche dimostrato che le donne dei paesi occidentali manifestano la sindrome premestruale con maggiore frequenza a causa della dieta sbilanciata seguita, caratterizzata da eccessivo consumo di sale e zuccheri semplici aggiunti oltre che da un consumo eccessivo di proteine.

Come la sindrome premestruale è correlata all’alimentazione?


Abbiamo visto come alcuni dei sintomi che si manifestano durante la sindrome premestruale, siano strettamente correlati alla nutrizione.

  1. Aumento di peso: si verifica spesso un aumento di peso periodico causato proprio dal ciclo mestruale. Questo aumento è determinato sia da gonfiore sia da ritenzione idrica. In genere, anche le variazioni dei livelli di alcuni ormoni (nello specifico estrogeni e progesterone), possono indurre aumento di peso in alcune donne. Normalmente questo aumento di peso è di pochi chili, massimo 1-2 Kg, che si registra prima della comparsa del ciclo mestruale e scompare nella fase finale del ciclo mestruale.
  2. Gonfiore e crampi addominali: possono essere limitati attraverso scelte alimentari corrette. Tra queste il consumo di alimenti ricchi in alcune vitamine (in particolare le vitamine E, B1 – detta anche tiamina – e B6 – detta anche piridossina), omega 3 e magnesio; la riduzione del consumo di alcol e tabacco, che possono peggiorare la gravità dei crampi addominali. La pratica costante di esercizio fisico inoltre, può limitare la comparsa di questa sintomatologia. È consigliabile infine ridurre il più possibile lo stress e associare dei bagni caldi per alleviare questi fastidi addominali.
  3. Il gonfiore e la ritenzione idrica possono portare alterazione dell’attività intestinale causando stipsi o diarrea. È consigliabile quindi avere un adeguato apporto idrico, bevendo almeno 8 bicchieri di acqua al giorno e aumentare l’apporto di fibre e sali minerali attraverso il consumo di frutta, verdura e cereali integrali.
  4. La riacutizzazione dell’acne è dovuta principalmente agli squilibri ormonali che si manifestano prima e durante il ciclo mestruale, con ricadute che coinvolgono anche l’aspetto dermatologico. Rappresenta una condizione frequente soprattutto nelle donne il cui ciclo mestruale non è regolare. Un’alimentazione bilanciata con adeguato apporto di vitamine e sali minerali, oltre che un’adeguata idratazione permette alla nostra pelle di essere più protetta dal rischio di manifestare acne.
  5. Le alterazioni dell’appetito sono molto frequenti nel periodo precedente al ciclo: spesso si ha più fame e si tende a mangiare di più. Succede perché il nostro corpo si sta preparando ad una fase molto impegnativa: la fase mestruale o di eventuale concepimento e questo richiede più energia al nostro corpo, aumentando così il senso di fame. In questa fase inoltre, il nostro corpo brucia più calorie. È però importante che l’energia aggiuntiva che viene introdotta sia di qualità, per garantire al nostro corpo tutti i nutrienti di cui ha bisogno.

Il piatto sano per limitare i disturbi della sindrome premestruale: i consigli della dietista.

Per il trattamento di molti dei sintomi indicati, risulta fondamentale un adeguato apporto di vitamine e sali minerali. Utile quindi è l’apporto costante di frutta e verdura nella giornata, cercando di variare spesso il colore dei cibi consumati e seguendo la loro stagionalità.

Anche la frutta secca è di grande aiuto: noci, mandorle, pinoli, pistacchi, nocciole, anacardi e simili hanno un contenuto ottimo di acidi grassi omega 3 che hanno effetto protettivo sulla salute.

Il consumo di cereali integrali, frutta e verdura, apporta inoltre una buona quantità di fibra, utile all’intestino per ritrovare e mantenere una determinata regolarità. La fibra, per funzionare al meglio, ha bisogno di acqua, da qui la necessità di bere molto, arrivando al consumo di almeno 8 bicchieri di acqua al giorno. L’acqua inoltre aiuta a combattere la ritenzione idrica, il mal di testa, la nausea e l’eventuale comparsa di sintomi dermatologici come l’acne.

Talvolta è necessario l’utilizzo di specifici integratori alimentari contenenti vitamine e sali minerali, che vanno però sempre personalizzati.
Il consumo di soia e alimenti derivati è consigliato visto il loro contenuto di fitoestrogeni, che normalizza i livelli di estrogeni, di solito alti durante la fase premestruale. Questi nutrienti sono contenuti anche nei legumi, nei semi oleosi, nei cereali e in alcuni ortaggi. Attenzione però: non per tutte le donne è indicato il consumo di soia o derivati ed è sempre bene consultare uno specialista e affidarsi al suo parere.

I cibi molto ricchi di grassi invece dovrebbero essere limitati, soprattutto se si presentano disturbi come la nausea, perché prolungano la digestione e possono peggiorare alcuni dei sintomi. Anche il sale, gli alimenti conservati e gli zuccheri semplici (dolci, barrette e cereali ricchi di zuccheri, bevande gasate…) dovrebbero essere ridotti proprio per limitare l’intensità della sintomatologia. Una loro riduzione permette di controllare meglio la ritenzione idrica, l’acne e la sensazione di gonfiore. In particolare alcuni tipi di zuccheri, sono maggiormente associati alla possibilità di sviluppo della sindrome premestruale.

È consigliabile ridurre il consumo di caffè (non oltre 2-3 tazzine al giorno), di alcolici e tabacco oltre che limitare qualsiasi fonte di stress.
L’esercizio fisico infine, se praticato in modo costante, aiuta a combattere i sintomi psicologici ed emotivi che si possono manifestare, permettendo di gestire meglio i giorni precedenti alla comparsa del ciclo mestruale.

Dott.ssa Federica Pesenti – Dietista.
Soffri di sindrome premestruale? Chiedi una consulenza con la Dietista Federica Pesenti, insieme potrete elaborare il piano alimentare più adeguato per alleviarne i fastidiosi sintomi.

gioco e imparo

Cercando la parola gioco sul dizionario troviamo la seguente definizione:

Qualsiasi attività liberamente scelta a cui si dedichino, singolarmente o in gruppo, bambini o adulti senza altri fini immediati che la ricreazione e lo svago, sviluppando capacità o ed esercitando nello stesso tempo capacità fisiche, manuali e capacità capacità intellettive (Treccani)”.

Leggendo attentamente la definizione possiamo notare il legame intrinseco tra gioco e apprendimento.

Fino ai primi anni del Novecento, il gioco era associato alla ricreazione, un momento ai margini della giornata scolastica e confinato nel tempo libero. Con Rousseau e i pedagogisti moderni,  abbiamo assistito ad una rivoluzione. E’ stato dimostrato come il gioco libero e socializzato abbia un importante funzione nello sviluppo delle capacità creative, cognitive e relazionali. Il gioco può arrichire l’apprendimento e aiuta a sviluppare competenze indispensabili per la vita: “come il bambino vive il gioco così si atteggia di fronte alla vita”.

L’importanza del gioco è tale che anche la Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza riconosce, con l’articolo 31, il diritto del fanciullo non solo al riposo e al tempo libero, ma anche al gioco e alle attività ricreative.

Piaget ha individuato 4 tappe evolutive del gioco:

  • Giochi di esercizio (0 -24 mesi): prevalgono nel primo anno di vita, nella fase cosiddetta “senso-motoria”. Il bambino, attraverso l’afferrare, il dondolare, il portare alla bocca gli oggetti, l’aprire e chiudere le mani o gli occhi, impara a controllare i movimenti e a coordinare i gesti.
  • Giochi simbolici (2 – 7 anni): i bambini aggiungono all’esercizio la dimensione della simbolizzazione e della finzione, cioè la capacità di rappresentare attraverso gesti una realtà non attuale. L’esempio tipico è il gioco del far finta, del fare “come se“. Secondo Piaget il gioco simbolico permette la manipolazione e anche la produzione di immagini mentali durante i quali il bambino assimila situazioni nuove.
  • Giochi di regole (7 – 11 anni): dapprima sono imitazioni del gioco dei bambini più grandi, mentre poi si vanno organizzando spontaneamente caratterizzando la socializzazione del bambino. Mentre i giochi precedenti tendono a diminuire con l’età, i giochi di regole, diventano più frequenti, dimostrando l’importanza delle relazioni e del codice sociale.
  • Giochi di costruzione (dagli 11 anni in su): in questa fase si attua un passaggio alla codifica della regola e alla logica formale e alle operazioni di separazione e classificazione.

Il gioco in tutte le sue forme ha una valenza educativa. Attraverso il gioco il bambino impara:

  • a conoscere il mondo;
  • a sperimentare il valore delle regole;
  • la reciprocità, sviluppando così capacità relazionali e cooperative;
  • a conoscere e a stare con gli altri;
  • a gestire le proprie emozioni;
  • l’autonomia;
  • a sperimentare per tentativi ed errori la realtà, sviluppando la capacità di problem solving.

Partendo da queste considerazioni bisogna sfruttare al massimo la dimensione ludica per poter concretizzare un apprendimento significativo, soprattutto nei primi gradi di istruzione, nella fascia d’età che va dai 3 ai 10 anni.

Ad oggi ancora molti genitori ed insegnanti pensano che l’apprendimento sia strettamente collegato a lunghe esercitazioni scritte e studio sui libri. Quest’idea, tuttavia, non tiene conto della vera essenza dei bambini. Inoltre da una ricerca effettuata nel 2011, che prendeva in considerazione bambini di diverse etnie provenienti da Stati Uniti, Australia e Norvegia, che il gioco ha un ruolo fondamentale nel migliorare l’apprendimento.

Ma come fare per sfruttare l’attività ludica al fine di favorire l’apprendimento? Il gioco va preparato e organizzato.

Esiste una forma particolare di gioco, chiamato guided play, che si si rivela utile nell’insegnamento. E’ il gioco in cui è l’adulto che introduce il gioco e ne indirizza il processo didattico, accompagnando il bambino verso la scoperta e l’acquisizione degli obiettivi precedentemente definiti (Skolnik Weisberg).

L’adulto ha un ruolo da regista, esso indfatti:

  • introduce e sollecita l’attività ludica;
  • stabilisce obiettivi educativo-didattici;
  • guida l’attività partecipando esso stesso al gioco, oppure ponendo domande;
  • monitora i progressi del bambino.

Il bambino, d’altro canto deve percepire che i risultati dipendono dal proprio sforzo, in questo modo può migliorare la propria soddisfazione e il senso di autoefficacia.

L’adulto non deve però imporsi, il bambino deve rivestire un ruolo centrale.

cistite

Parliamo oggi di un argomento che sta molto a cuore a molte donne, capace di condizionare la qualità della vita. Oggi parliamo della CISTITE.

Il tipico bruciore durante la minzione si chiama “cistite” ed è un’infiammazione urinaria che colpisce almeno una volta nella vita le donne.

La cistite può colpire potenzialmente qualunque soggetto (maschio, femmina, adulto, bambino, anziano), ma si riscontrato un maggior interessamento nelle donne che negli uomini, in un rapporto di circa 5 a 1.

Le cause della cistite possono essere diverse. Possono risiedere in infiammazioni gastroenteriche, risposte immunologiche delle persone, caratteristiche personali di mucosa vescicaria attaccabile.

Le cause principali sono scatenate da batteri che invadono la vagina, come l’Escherichia coli, Proteus o l’Enterococcu, passando dall’uretra, il condotto da cui fuoriesce l’urina.

La cistite è una condizione davvero molto fastidiosa ed invalidante, che mette molto a disagio la vita di una donna, soprattutto nei casi di disturbi recidivi o cronici. Un piccolo sbalzo di temperatura, un rapporto sessuale conflittuale (semplicemente poca voglia di avere quel giorno un rapporto con il proprio partner), un periodo di forte stress e la cistite può ripresentarsi con i soliti bruciori, pesantezza e  con la solita impellenza.

La cistite può essere definita semplice quando occasionale e di origine infettiva.

Questa è senza dubbio la casistica più comune, che in genere ha un decorso benigno. Si può sviluppare in forma ascendente (dalla vagina verso la vescica) o discendente (nel verso opposto). Oltre alla cistite semplice, ne esistono altri 3 tipi:

  • Quando si ha sangue nelle urine si parla di cistite emorragica.
  • Un altro tipo è la cistite ricorrente, che non viene una volta ogni tanto ma ha una sua periodicità.
  • Infine, c’è la cistite interstiziale caratterizzata da persistente e urgente bisogno di urinare, dolore pelvico che può continuare fino agli arti inferiori. Si tratta in questo caso di una malattia specifica della vescica o di una malattia sistemica. È profondamente compromettente per la qualità della vita.

Sicuramente un’alimentazione sana può aiutare a non far sorgere il problema ma nei casi in cui l’infiammazione è in corso, è bene rivolgersi a un professionista.

Un’azione antisettica e antinfiammatoria utile a curare questa patologia, viene svolta dal mirtillo rosso che ha un effetto antibiotico naturale che stimola la diuresi e ostacola l’aderenza dei batteri.

Anche il pompelmo è un ottimo antibiotico e, oltre a questo, sostiene il sistema immunitario e la flora batterica.

D-mannosio è uno zucchero semplice un monosaccaride a sei atomi di carbonio che entra frequentemente nella composizione dei polimeri vegetali che spesso viene consigliato dal ginecologo per disturbi di cistite cronica.

ATTENZIONE! Le informazioni lette non sono consigli, solo il medico può dire cosa è meglio prendere o fare in caso sia diagnosticata la cistite come infiammazione.

Detto questo, come l’osteopatia può venirti incontro?

RIMEDI OSTEOPATICI PER LA CISTITE

L’osteopatia è molto efficace, può arrivare alla completa risoluzione del problema se accompagnata dall’aiuto di altre figure fondamentali di sostegno per la risoluzione completa del problema.

L’ostetrica nel caso ci siano problematiche al pavimento pelvico può andare a consigliare e praticare direttamente tecniche su di esso (muscolo assai importante che può andare ad inficiare la meccanica del bacino e creare disturbi simil “cistite”), ecco perché è fondamentale essere ben supportati da più figure, perché ognuno di noi specialisti risolve il problema in completa sinergia per il benessere del paziente.

Oltre l’aiuto fondamentale dell’ostetrica abbiamo bisogno di un bravo ginecologo che ci sia di sostegno e ci visiti per controllare nonché escludere altre problematiche che possono causare la cistite.

Per trattare questo problema l’osteopata partirà dalla fase di anamnesi, raccogliendo i dati sullo stato di salute e poi valutando la frequenza del presentarsi del problema, eventuali problemi intestinali o alla colonna vertebrale.

La seconda parte sarà dedicata all’individuazione del problema, ossia capire come e perché si presenta la cistite e sotto quale forma.

In ultimo si passerà al trattamento vero e proprio delle zone individuate come bloccate o soggette a disequilibrio, zone in cui risiede la causa del problema.

Il trattamento osteopatico consisterà in tecniche non invasive, solo manuali, volte a riequilibrare la persona dal punto di vista posturale, ma anche energetico ed emotivo.

La pratica osteopatica tradizionale riguarda lo stato della colonna vertebrale e del bacino e il trattamento è diretto a correlare e migliorare la meccanica di essi.

Grazie all’osteopatia si possono ridurre nettamente i sintomi della cistite, fino ad arrivare alla completa risoluzione del problema, puntando all’autoguarigione e al rafforzamento del sistema immunitario, energetico, strutturale.

La chiave per un buon risultato si basa sull’identificazione dei fattori di mantenimento, per arrivare a questo non c’è solo una strada possibile ma molte di più, e la miglior difesa è l’attacco del problema gestito da esperti in team (OSTEOPATA, OSTETRICA E GINECOLOGA/O).

La vostra osteopata Francesca Palazzo.

BIBLIOGRAFIA:

  • Voided Midstream Urine Culture and Acute Cystitis in Premenopausal Women, Thomas M. Hooton, M.D., Pacita L. Roberts, M.S., November 14, 2013.

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