Insegnanti efficaci

Corso di aggiornamento Professionale sulla relazione interpersonale e sulla comunicazione

Descrizione del corso

Il corso Insegnanti Efficaci è la versione italiana di Teacher Effectiveness Training. Assieme ai corsi paralleli per genitori e per giovani esso si basa sul modello formativo dell’ Effectiveness Training International. ideato da Thomas Gordon, allievo di Carl Rogers, e diffuso in tutto il mondo dai suoi numerosi collaboratori.

Il corso Insegnanti Efficaci si prefigge di sviluppare o migliorare la sensibilità e le competenze necessarie per affrontare con successo i complessi e molteplici aspetti della vita scolastica. Esso unisce la psicologia umanistica di Carl Rogers con la riflessione pedagogica, la ricerca metodologica e le tecniche didattiche più avanzate, nella definizione di un modello di aggiornamento professionale capace di massimizzare e ottimizzare la qualità dell’esperienza scolastica e il tempo di lavoro effettivamente utile e significativo, riducendo al minimo il malessere delle persone.

A tal fine il corso valorizza la sensibilità e la tendenza formativa presente nelle persone e facilita l’acquisizione delle competenze necessarie per risolvere i numerosi e complessi problemi di relazione e di comunicazione che insorgono quotidianamente nel contesto della scuola.

Tali abilità, una volta acquisite, facilitano realmente la soluzione dei problemi e progressivamente contribuiscono alla creazione di un clima di lavoro salutare, soddisfacente e produttivo per l’intera comunità scolastica. Un ulteriore vantaggio è nella possibilità di trasferire tali capacità relazionali in altri contesti come la famiglia, il lavoro, le amicizie.

Ciò che distingue questo corso da numerose altre proposte formative è il suo obiettivo di unire il pregio della sistematicità e compiutezza a quello della relativa brevità del tempo di aggiornamento, il tutto a costi facilmente accessibili.

Caratteristiche

E necessario innanzitutto precisare che quello che viene qui presentato, diversamente dalla utilizzazione parziale che ne è stata fatta finora in Italia, è il programma originale e completo così come è stato elaborato da Thomas Gordon e come viene attualmente diffuso e applicato in altre nazioni.
Il corso è tenuto esclusivamente da persone formate e autorizzate da Effectiveness Training Inc.. In Italia tali persone sono certificate dall’Istituto dell’Approccio Centrato sulla Persona (IACP) che ha l’esclusiva del metodo.

Insegnanti Efficaci è un corso breve (durata minima di 24 ore) di aggiornamento organico e integrato, che ha per destinatari docenti, animatori e educatori, e chiunque debba esercitare nel suo ambito attività di insegnamento.

Questo corso è forse il programma di maggior successo che sia mai stato indirizzato agli insegnanti allo scopo di migliorare la conduzione della classe, il controllo della disciplina e la capacità di comunicazione interpersonale, di risolvere i conflitti e incrementare la consapevolezza nel campo dei valori e delle scelte.
Dal suo inizio ad oggi si sono formati in questo metodo oltre un milione di insegnanti e formatori di oltre trenta paesi del mondo.

Il Teacher Effectiveness Training, realizzato da Gordon nel 1966, si basa sul pensiero e sulla prassi educativa di Carl Rogers e integra l’approccio umanistico con tecniche didattiche avanzate. Esso è strutturato in modo da proporre contemporaneamente e in maniera integrata il livello della teoria e quello della esperienza ed ha pertanto una valenza cognitivo-esperienziale.

Esso deriva da numerose e qualificate esperienze di ricerca pedagogica, e si compone di una serie di metodi che i partecipanti possono apprendere e applicare nel loro lavoro come nella loro vita.

E’ opportuno sottolineare che, al di là dei metodi e delle tecniche, è di fondamentale importanza che i partecipanti comprendano e condividano i principi concettuali a cui essi si ispirano: una filosofia decisamente democratica, centrata sul rispetto delle persone, e basata sulla convinzione che in caso di conflitto non è giusto che a vincere sia solo una delle due parti in causa (ad esempio: l’adulto o l’adolescente). Una soluzione produttiva viene raggiunta solo quando entrambi si sentono vincenti perché hanno veramente collaborato nella comprensione del problema e nella ricerca delle soluzioni, un clima di autentica condivisione del potere e della responsabilità.

Obiettivi

Obiettivi generali

Lo scopo principale del corso Insegnanti Efficaci è quello di sviluppare e affinare la competenza relazionale degli insegnanti di ogni ordine e grado. Vuole formare “insegnanti efficaci” nella comunicazione educativa, intendendo per efficacia la capacità di esercitare una effettiva, concreta influenza sugli allievi senza far ricorso all’uso del potere.

Più in particolare lo scopo di questo corso è quello di incrementare la qualità e la quantità di tempo dedicato nella scuola al processo di insegnamento/apprendimento facendo risparmiare a insegnanti, allievi e responsabili della scuola tempo ed energie facilmente dispersi per far fronte ai problemi e ai conflitti presenti nelle classi e nella scuola.

insegnanti efficaci

Obiettivi specifici

Gli obiettivi del corso possono essere chiaramente compresi se si fa riferimento alle seguenti competenze relazionali che i partecipanti hanno l’opportunità di apprendere, e che costituiscono di fatto il contenuto del corso:

  1. Osservare e descrivere oggettivamente il comportamento, proprio e degli altri, evitando l’uso di etichette, valutazioni e giudizi personali fuorvianti.
  2. Identificare le aree problematiche ed apprendere ad attribuire correttamente, in situazioni conflittuali, la competenza dei problemi a noi o agli altri al fine di individuare una via di soluzione.
  3. Apprendere nuove e più efficaci modalità di ascolto e comprensione empatica al fine di avviare in modo utile una relazione di aiuto.
  4. Confrontarsi positivamente e produttivamente con gli altri, specialmente nelle situazioni in cui gli altri hanno comportamenti per noi “inaccettabili”, esprimendo in modo chiaro e congruente fatti, pensieri e sentimenti.
  5. Esprimere liberamente le proprie emozioni e le proprie opinioni senza ferire o ingannare l’
  6. Saper integrare le capacità di ascolto e di confronto precedentemente apprese.
  7. Apprendere come e quando impiegare metodi “democratici” nella risoluzione dei conflitti, al fine di individuare soluzioni comuni che rispondano ai bisogni di tutte le parti in causa.
  8. Offrire opzioni efficaci a risolvere le collisioni di valori.
  9. Struttura del corso

Il Corso è di­viso in otto moduli:

1° modulo

  • Presentazione del corso e degli obiettivi.
  • Analisi delle aspettative e dei bisogni dei partecipanti.
  • Definizione del comportamento. Comportamenti dell’
  • Come capire il comportamento delle persone.
  • Il rettangolo del comportamento.
  • Come riconoscere, affrontare e risolvere i problemi.
  • Di chi è il problema?

2° modulo

  • Come prestare ascolto e attenzione all’
  • Le barriere alla comunicazione.
  • La teoria della comunicazione.

3° modulo

  • Le caratteristiche di una relazione di aiuto.
  • L’ascolto passivo.
  • L’ascolto attivo.
  • L’

4° modulo

  • Come ottenere ascolto e attenzione dagli altri.
  • I messaggi in prima persona.
  • Il confronto e l’assertività.
  • Genuinità e empatia.

5° modulo

  • Come trattare la resistenza al cambiamento.
  • La teoria dell’iceberg: cosa c’è sotto l’ira?
  • La teoria dei bisogni di Maslow.
  • Il cambio di marcia.

6° modulo

  • Come risolvere gli inevitabili conflitti in modo che tutte le parti in causa si sentano rispettate.
  • Conflitti su bisogni concreti e collisioni di valori.
  • Stili di risoluzione dei conflitti.
  • Come lavorare efficacemente in team.

7° modulo

  • Uso del potere.
  • Metodi I e II: aspetti positivi e aspetti negativi.
  • Come rendere produttiva la conflittualità.
  • Il metodo III.

8° modulo

  • Come promuovere l’autocontrollo e l’
  • Come modificare l’ambiente scolastico.
  • Come trattare le collisioni di valori.
  • Le opzioni ad alto e a basso rischio per la relazione.

Metodologia

Il corso Insegnanti Efficaci si ispira ai modi di essere” e agli atteggiamenti facilitanti” di Carl Rogers e si presenta come un corso strutturato, con sequenze temporali precise e ricco di materiale didattico. Attua una forma di apprendimento attiva e impegna i partecipanti nella diretta esperienza dei concetti e delle abilità insegnate. Facilita la condivisione di esperienze e l’espressione di idee, dubbi e problemi.

Il processo di apprendimento si svolge lungo un cammino articolato in quattro momenti essenziali:

Strutturare le varie attività: si tratta di una breve presentazione dei contenuti e degli obiettivi di ogni modulo, con l’uso di sussidi audiovisivi.

Interessare i partecipanti con l’uso di role play, di ricordo guidato di importanti esperienze, di riflessioni scritte, di esercizi, di casi esemplari, di laboratori esperienziali effettuati in coppie, triadi, piccoli gruppi.

Discutere quanto appreso condividendo in piccoli e grandi gruppi le intuizioni e le nuove tecniche apprese.

Applicare quanto imparato e sperimentato nelle proprie attività personali e professionali, esercitandosi con il personale della propria scuola, in famiglia ecc. e cominciando a pianificare l’uso costante delle abilità apprese nel proprio lavoro.

Materiale didattico

I partecipanti utilizzeranno un quaderno di lavoro (workbook) appositamente predisposto. Alla fine del corso ogni partecipante riceverà un certificato di partecipazione.

Organizzazione

Il corso ha una durata di 24 ore suddivise in 8 incontri di 3 ore ciascuno oppure in 4 incontri di 6 ore ciascuno. Soluzioni differenti possono essere concordate.

Formatore

Il corso sarà tenuto dalla Dott.ssa Simona Volpi Psicologa – Psicoterapeuta individuale e di gruppo dell’Approccio Centrato sulla Persona – Formatrice Gordon.

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Alimentazione femminile

Seguire una corretta alimentazione non significa solo mangiare in modo sano e bilanciato, senza particolari eccessi, ma implica anche che l’alimentazione seguita sia adeguata per età, sesso e che vada a coprire i fabbisogni di tutti i nutrienti.

Questo vuol dire che ognuno deve seguire un’alimentazione diversa? E come fare per i componenti della famiglia? Bisogna preparare per ognuno un cibo diverso?

No, niente paura!

Molte indicazioni per una sana alimentazione possono essere facilmente adattate a tutta la popolazione e, di conseguenza, a tutti i membri della famiglia.

In alcune fasi della vita però, per poter mantenere un buono stato di salute, è opportuno modificare l’apporto di alcuni nutrienti. In questo articolo affronteremo le fasi più importanti del ciclo vitale di una donna, cercando di capire meglio come gestire le scelte alimentari.

Le scelte alimentari nelle varie fasi di vita di una donna: cosa consiglia la dietista.

L’alimentazione al femminile ricalca indubbiamente le indicazioni per una sana e corretta alimentazione, che prevedono principalmente un’alimentazione varia, ricca di alimenti vegetali e con consumo di prodotti di stagione. Non dobbiamo dimenticare l’importanza di un’adeguata idratazione e dello sport praticato in modo costante, pilastri di uno stile di vita sano.

Perché parlare quindi di un’alimentazione dedicata alle donne?

Perché nella vita di una donna sono molti i cambiamenti fisiologici legati soprattutto a profonde modifiche ormonali, che si riflettono sullo stato fisico e psicologico. Per aiutarle quindi ad affrontare questi importanti passaggi della vita, ecco che la nutrizione gioca un ruolo da alleata.

Alimentazione al femminile: Adolescenza

Si tratta di una fase complessa e delicata durante la quale l’alimentazione svolge un ruolo fondamentale: proprio in questo periodo infatti vengono poste le basi per l’alimentazione futura e da qui si definisce lo sviluppo psicofisico dell’adolescente. Una corretta nutrizione permette la prevenzione di alcune patologie quali l’osteoporosi, la comparsa o la persistenza di obesità e i disturbi del comportamento alimentare, che proprio in questa fascia d’età si manifestano con un’incidenza maggiore.

In questo periodo della vita, le giovani donne hanno bisogno di un aumentato apporto di energia e si raccomanda di privilegiare gli alimenti ricchi in calcio e fosforo. Non dimentichiamo l’importanza del ferro: con la comparsa del ciclo mestruale infatti, anche i fabbisogni di questo minerale aumentano.

L’autonomia che porta con sé questa fase di vita, fa sì che le ragazze tendano a consumare più pasti fuori casa, scegliendo liberamente cosa mangiare e, in alcuni casi, comportando anche irregolarità nei pasti consumati. Da evitare le “diete fai da te”, soprattutto se il calo ponderale atteso lo è per raggiungere canoni estetici di eccessiva magrezza.

Alimentazione al femminile: Concepimento

Una donna che desidera una gravidanza deve preparare il proprio corpo per poter accogliere una nuova vita, deve prendersi cura di sé e adottare uno stile di vita sano.

L’alimentazione deve essere il più possibile sana, regolare e priva di eccessi poco salutari. È sicuramente indicata l’astensione da alcol e fumo, sostanze che possono potenzialmente ridurre le possibilità di concepimento.

Anche cercare di raggiungere e mantenere un peso corporeo adeguato e avere una corretta idratazione, sono indicazioni da seguire in questa fase così importante. Le indicazioni per un corretto stile di vita sono da intendersi anche al maschile: anche un buono stato di salute del partner infatti può aumentare le possibilità di concepimento.

Inoltre, è fortemente consigliata, per la donna, l’integrazione con acido folico già prima del concepimento: si tratta di una vitamina appartenente al gruppo delle vitamine B, responsabile del corretto sviluppo del sistema nervoso.

Alimentazione al femminile: Gravidanza

Nelle fasi iniziali l’alimentazione può risentire dei cambiamenti in corso: la nausea e l’alterazione dei gusti spesso portano a una maggiore selettività dei cibi consumati. Meglio preferire cibi secchi e ridurre il consumo dei sapori decisi.

Fondamentale l’idratazione per mantenere la funzionalità intestinale, che potrebbe risultare alterata a causa del volume dell’utero e risultare leggermente schiacciato. Anche lo sport è una buona pratica durante la gravidanza: migliora l’apporto di ossigeno al bambino ed evita che ci sia un eccessivo accumulo di peso per la mamma durante la gravidanza. Si raccomanda di scegliere esercizio di tipo aerobico, che prevede l’utilizzo di grandi gruppi di muscoli, come la camminata, il nuoto o la bicicletta. Sono invece da evitare sport con rischio di caduta.

Nella prima parte della gravidanza è sicuramente raccomandato continuare l’assunzione di acido folico, visto l’aumentato fabbisogno. L’apporto calorico e dei principali nutrienti aumenta nella fase finale della gravidanza, mentre nella prima parte rimane quasi invariato; è importante considerare che, se la gravidanza fosse gemellare, i fabbisogni aumentano.

Anche durante la gravidanza è fortemente raccomandata l’astensione dall’alcol, che risulta essere dannoso per il bambino, anche in piccole quantità. Una corretta alimentazione prevede anche l’esclusione di alcuni alimenti crudi, come carne, pesce, uova e latte e che gli alimenti vengano preparati e conservati con adeguate norme igieniche.

E durante l’allattamento?

È il momento in cui si continua a nutrire il proprio bambino, ma in modo differente. E proprio per questo motivo l’alimentazione della mamma deve continuare ad essere sana e regolare: è ancora necessario un supplemento delle calorie e dei nutrienti per la lattazione. Questo fabbisogno torna verso la normalità dopo alcuni mesi di allattamento.

In questo periodo è importante assecondare il senso di sete, poiché la richiesta di acqua da parte del nostro corpo aumenta. La lattazione inoltre permette di consumare una quantità maggiore di calorie e questo fa sì che la mamma possa gradualmente perdere il peso rimasto dalla gravidanza. Anche lo sport è consigliato per poter tornare più facilmente al peso pregravidico.

Non eccedere con il consumo di caffeina durante l’allattamento, facendo attenzione non solo al caffè ma anche a bevande a base di cola e thè.

Alimentazione al femminile: Menopausa

In questa fase abbiamo ancora un cambiamento ormonale che può influenzare il nostro stato di salute: diminuiscono gli estrogeni e il corpo femminile diventa così più esposto ad eventuali patologie cardiovascolari e all’osteoporosi. La diminuzione di questi ormoni può anche determinare un aumento del peso corporeo. Anche in questo caso quindi l’alimentazione gioca un ruolo di prevenzione notevole.

Tra le principali indicazioni per una corretta nutrizione in questa fase della vita delle donne, risalta il ruolo di frutta e verdura per aumentare l’apporto di potassio. Va limitato invece il consumo di sodio e di alimenti ricchi in grassi. Con la menopausa è consigliabile introdurre adeguati valori di calcio e vitamina D, per i quali spesso è indicata anche una supplementazione con appositi integratori.

Anche i condimenti vanno misurati: è preferibile utilizzare olio extra vergine di oliva o l’aggiunta di semi vari all’alimentazione che, grazie al loro contenuto di fitoestrogeni, cioè estrogeni di origine vegetale, permettono di contrastare le vampate di calore che si possono verificare in questo periodo.

La dietista può aiutarti a scegliere quale sia l’alimentazione più adatta alle tue esigenze

La nutrizione ancora una volta si dimostra flessibile e adattabile ad ogni esigenza e periodo della vita. Non esiste una vera e propria alimentazione esclusiva per le donne, ma ci sono sicuramente alcuni accorgimenti che le donne possono avere a seconda della fase di vita in cui si trovano, per migliorare il loro stato di salute e prevenire l’insorgenza di alcune malattie o disturbi.

Se desideri saperne di più sull’alimentazione più adatta a te, se desideri adottare una nutrizione più sana o se il passaggio in una di questa fasi del tuo ciclo vitale ti sta dando qualche difficoltà, puoi rivolgerti a noi.

Dietista Pesenti Federica

token economy

Nel mio lavoro come educatrice e Tutor DSA e ADHD, mi trovo spesso a dover trovare delle strategie utili e funzionali per facilitare il completamento delle attività scolastiche.

I bambini con disabilità, o con un disturbo dell’apprendimento provano un grande senso di fatica nel portare a termine una qualsiasi attività scolastica.

Le reazioni più osservate sono generalmente di due tipi: quella evitante, e quella oppositiva.

Atteggiamento evitante e oppositivo

Nel primo caso ci troviamo di fronte ad un bambino che non riesce a stare fermo sulla sedia, che deve andare in bagno, non trova il libro, non si ricorda dove ha scritto i compiti, ogni scusa è buona per ritardare l’attività.

I bambini che assumono un atteggiamento oppositivo, invece, si rifiutano di prendere lo zaino, di aprire i quaderni, sono distratti da qualsiasi forma di altro stimolo presente nel loro raggio d’azione.

La reazione spontanea è quella di cominciare a convincere il bambino, iniziando una sorta di trattativa interminabile: “forza dai cosa aspetti a fare il compito”, “prendi il diario”, “dai non ci impiegherai molto tempo”, “prima finisci meglio è”; queste frasi apparentemente innocue, non fanno altro che aumentare il livello di frustrazione sia nel genitore e/o nel professionista, sia nel bambino.

La maggior parte delle volte, infatti, dietro un atteggiamento evitante o oppositivo, si nasconde una fatica emotiva e una bassa autostima, accompagnate da un forte senso di impotenza.

Una volta compresa la fatica del bambino, cosa possiamo fare allora?

Innanzitutto, è necessario gratificare lo studente con dei rinforzi positivi, per premiare la corretta esecuzione di un’attività, con l’obiettivo di incentivare l’apprendimento di un comportamento adeguato.

A tal fine uno strumento che si è dimostrato molto utile è la Token Economy.

Token Economy: cosa è?

Alla lettera significa “economia a gettoni”, una strategia presa in prestito dalla psicologia comportamentale, e molto usata con bambini affetti da autismo.

La tecnica è di semplice utilizzo: un gettone viene consegnato al bambino ogni volta che il comportamento bersaglio viene emesso, fino a quando non si arriva a un numero stabilito che permetterà l’accesso al rinforzatore vero e proprio.

Poniamo il caso che desideriamo un nuovo servizio di piatti, che però non possiamo comprare subito e che scopriamo che al supermercato X c’è una nuova raccolta di bollini. Se ne raccoglieremo a sufficienza, il servizio di piatti potrà finalmente essere nostro. Che cosa faremo quindi? Andremo più spesso a fare la spesa nel supermercato X e ci faremo dare i bollini così, quando ne avremo un numero sufficiente, precedentemente stabilito, potremo finalmente ritirare il servizio di piatti.

In questo caso il rinforzatore è rappresentato dal servizio di piatti, i token sono i bollini e il comportamento bersaglio è quello di andare a fare la spesa.

Questa tecnica si è dimostrata efficiente, tuttavia per procedere con il sistema del rinforzo, bisogna seguire una serie di passaggi.

token economy

Come costruire un buon sistema di token economy? 

Sul sito dell’Associazione Dalla Luna sono indicati i seguenti passaggi, che ti invito a leggere con attenzione.

1. Stabilire prima obiettivi, tipologia di punti da utilizzare e rinforzatori

Prima dell’esecuzione dell’esercizio legato al sistema di token economy, bisogna fissare esattamente il comportamento target da raggiungere, quale tipo di token verranno utilizzati (per esempio, adesivi, piccoli oggetti, gettoni, punti o altro) e quali saranno i rinforzatori (ovvero i premi raggiunti al conseguimento dell’obiettivo e della raccolta del numero di token prestabilito).

Il comportamento target è preferibile che sia già presente nelle capacità raggiunte dal bambino, altrimenti si genererà un meccanismo di frustrazione, per cui non è facilmente accessibile accedere al rinforzatore.

Inoltre, è importante considerare quale sia il punto di partenza, perché se per esempio un bambino si alza dal banco mediamente dieci volte in un’ora non si potrà porre come obiettivo a breve termine il fatto che si alzi solo una volta, ma bisognerà procedere in modo graduale. Non è auspicabile fissare troppi obiettivi comportamentali, il mio consiglio è quello di individuare quelli più urgenti e sceglierne non più di tre.

Il rinforzatore invece, deve essere una cosa altamente desiderabile dal bambino e non deve essere concesso in altre occasioni, altrimenti perderebbe la qualità di rinforzatore. Per esempio, se sono dei giochi metterli in una scatola a parte.

Il bambino deve essere a conoscenza di quali siano gli obiettivi, quindi sapere quali comportamenti saranno premiati. In questo modo sa cosa gli viene richiesto e cosa ci si aspetta da lui. A tal fine si può creare un vero e proprio contratto educativo, firmato sia dal professionista o genitore e dal bambino. Sul contratto sono scritti i comportamenti target, vengono fissati i gettoni, ad esempio un adesivo, e viene fissato il premio da raggiungere.

Qualora il bambino non sapesse leggere, vi consiglio di scriverlo in CAA (hai già letto il mio articolo precedente?!) oppure di usare delle immagini per rappresentare i comportamenti target e il premio.

token economy

2. Accompagnare il rinforzo materiale con la lode verbale

Soprattutto nelle prime prove, sarà importante accompagnare la lode verbale con la descrizione del comportamento da promuovere (per esempio: “Ottimo lavoro, sei velocissimo!”).

Eviterei il bravo, perché in questo caso stiamo dando un giudizio sulla persona e non sul comportamento, il nostro focus.

3. Far comprendere il meccanismo in modo semplice e graduale

Affinché il token diventi un rinforzo bisogna procedere gradualmente. Nelle prime fasi si aiuterà il bambino a scambiare il token subito dopo una risposta corretta accompagnandolo con la lode verbale. Il bambino riceverà in cambio del token il suo rinforzo. In questo modo la motivazione sarà ai massimi livelli.

4. Arrivare nel tempo ad assegnare il rinforzo al completamento dell’attività

Quando il token sarà stato condizionato e assumerà esso stesso valore di rinforzo, si aumenterà sempre di più il numero di token da scambiare per ottenere il rinforzo (premio). Successivamente, quando la dinamica sarà chiara, si potrà passare a consegnare un token per ogni risposta corretta, da accumulare per ottenere il premio al completamento dell’attività e della scheda punti.

Fissare ad esempio, il raggiungimento di   gettoni giornalieri per ottenere solo alla domenica il premio, come per esempio ordinare Mc Donald da asporto.

5. Allungare i tempi della consegna del premio

Si potrà, una volta che il ragazzo ha ben compreso il funzionamento della strategia, rendere meno prevedibile la consegna del punto consegnandolo anche dopo più risposte esatte. In questo modo aumenterà gradualmente il tempo di lavoro del bambino.

Posso togliere i gettoni come punizione?

I gettoni non si sottraggono a meno che ciò non sia specificato nel contratto (in questo caso però, se siamo di fronte a un individuo ansioso, il timore di perdere gettoni potrebbe offuscare la voglia di vincere la ricompensa finale).

È tuttavia possibile prevedere “uno scatto alla risposta”, per cui se il bambino agisce un comportamento pericoloso per sé e per gli altri, si può togliere un gettone. Inizialmente è fortemente sconsigliato, la cosa migliore da fare è ignorare i comportamenti problema per focalizzarsi solo sul comportamento target.

Da che età è possibile attivare la token economy?

Questa strategia ha il carattere dell’adattabilità, per cui è idonea a partire anche dalla scuola dell’infanzia con risultati sorprendenti. In ogni caso è bene creare e mantenere il contratto comportamentale ben visibile, magari potete appenderlo al frigorifero, o nella cameretta del bambino.

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Se ti è piaciuto l’articolo e vuoi avere maggiori informazioni scrivi una e-mail a centrolatrottola@gmail.com o visita la nostra pagina Facebook “La Trottola – Centro per l’Età Evolutiva”.

Dott.ssa Sabrina Conti, Educatore psico-pedagogico, Tutor DSA ADHD

Morsi allattamento

I morsi durante l’allattamento sono qualcosa di doloroso e di invalidante. Quando un bambino è attaccato correttamente, non è in grado di mordere perché la sua lingua è sopra la gengiva inferiore (e i denti). Il morso si verifica prevalentemente o all’inizio della poppata o verso la fine, nel momento in cui il bambino non si sta nutrendo attivamente. 

Perché morde?

Prevalentemente i bambini mordono in alcune fasi ben definite:

  • Nel periodo della dentizione
  • In fase di addormentamento
  • Per richiamare la mamma e vedere la sua reazione
  • In rari casi a seguito di infezioni intestinali, come gli ossiuri. 

I morsi nel periodo della dentizione

La dentizione è un evento fisiologico che avviene in un periodo unico per ogni bambino. Per tanti bambini questo fenomeno inizia a partire dai 4 mesi, l’eruzione dei primi denti avviene spesso tra i 6 e 9 mesi, per alcuni bambini avviene anche dopo l’anno, ogni bimbo è a sé!

I denti sono percepiti dal bambino come un corpo estraneo nelle gengive, creano fastidio. La gengiva si gonfia in attesa dell’eruzione del dente. 

Durante la poppata, mentre il bambino succhia, vi è un aumento dell’afflusso di sangue alle gengive già gonfie, questa situazione può aumentare il fastidio provato dal bambino. In questa circostanza può essere d’aiuto un massaggio alle gengive prima della poppata, così da allentare il fastidio e rendere indolore la poppata. Il massaggio suggerito è vigoroso, attraverso un dito pulito, nella zona interessata all’eruzione dei denti. 

Morsi durante l’addormentamento

Capita che alcuni bambini mostrino episodi di morsi al termine della poppata, quando si stanno lasciando andare al sonno e al rilassamento totale. La poppata non è più vigorosa e il capezzolo potrebbe scivolare verso l’entrata della bocca mentre la lingua del bimbo ritirarsi all’interno della bocca.

Sono morsi incoscienti, ma non per questo meno dolorosi. Solitamente è più comune nei bimbi che hanno l’abitudine di prendere il ciuccio. 

In queste circostanze può essere d’aiuto porre attenzione alla poppata del bimbo e cercare di anticipare il momento del passaggio in cui di solito avviene il morso. Si potrebbe anche valutare come avviene la somministrazione e l’uso del ciuccio, che potrebbe confondere il bimbo durante la suzione (il morso al ciuccio non fa male, alla mamma invece si!). 

Per richiamare l’attenzione della mamma

Capita che alcuni bimbi inizino a dare morsi alla mamma per richiamare la sua attenzione. 

Solitamente sono episodi che a vendono a partire dai 9 mesi e sono intenzionali. Il bambino osserva che la mamma non è completamente dedicata a lui, magari sta parlando con qualcuno, magari sta osservando altro. Il bambino si accorge e richiama l’attenzione nel modo più immediato, con un morso. 

La reazione istintiva è quella di allontanare rapidamente il bambino, magari alzando la voce o cacciando un urlo. Questo però potrebbe sortire l’effetto opposto, il bambino potrebbe serrare ulteriormente e il morso farsi più intenso. Inoltre una reazione intensa potrebbe risultare divertente per il bambino. 

In queste circostanza è importante mantenere la calma, allontanare il bambino spesso non è semplice. Una strategia empirica, tramandata da mamma in mamma, prevede di avvicinare il volto del bambino al seno velocemente. La reazione imprevista stupisce il bambino che di conseguenza apre la bocca e molla il morso.

Una volta staccato si affronta con le parole quanto appena accaduto, spiegando con calma quanto il morso non sia da fare e che la poppata non può proseguire con questi presupposti. È importante mantenere una certa coerenza tra cosa comunica il corpo (dolore) e cosa le parole e le azioni. 

Altri situazioni

Possono esserci altri motivi che possono portare i bimbi a mordere. 

In caso di bimbi appena nati, il bimbo potrebbe non attaccarsi correttamente a causa di un posizione non ottimale, oppure per la presenza di tensioni a livello del collo e della mandibola che possono inibire il movimento della lingua e la sua estroflessione. In questi casi potrebbe essere utile una consulenza sia con una professionista in allattamento sia con un osteopata specializzato in neonati. 

Sono segnalati episodi di morsi anche in presenza di infezioni intestinali come gli ossiuri. In questo caso la diagnosi viene fatta dal pediatra attraverso test specifici. I morsi in questo caso sono notturni e sono associati a forte fastidio a livello perianale. Una volta curata l’infezione i morsi terminano. 

Infine, i morsi, se si verificano, sono quasi sempre solo una fase temporanea. È sempre utile confrontarsi con una professionista in allattamento se la situazione diventa un problema. 

Dott.ssa Claudia Frigeni, ostetrica e IBCLC