Insegnanti efficaci

Corso di aggiornamento Professionale sulla relazione interpersonale e sulla comunicazione

Descrizione del corso

Il corso Insegnanti Efficaci è la versione italiana di Teacher Effectiveness Training. Assieme ai corsi paralleli per genitori e per giovani esso si basa sul modello formativo dell’ Effectiveness Training International. ideato da Thomas Gordon, allievo di Carl Rogers, e diffuso in tutto il mondo dai suoi numerosi collaboratori.

Il corso Insegnanti Efficaci si prefigge di sviluppare o migliorare la sensibilità e le competenze necessarie per affrontare con successo i complessi e molteplici aspetti della vita scolastica. Esso unisce la psicologia umanistica di Carl Rogers con la riflessione pedagogica, la ricerca metodologica e le tecniche didattiche più avanzate, nella definizione di un modello di aggiornamento professionale capace di massimizzare e ottimizzare la qualità dell’esperienza scolastica e il tempo di lavoro effettivamente utile e significativo, riducendo al minimo il malessere delle persone.

A tal fine il corso valorizza la sensibilità e la tendenza formativa presente nelle persone e facilita l’acquisizione delle competenze necessarie per risolvere i numerosi e complessi problemi di relazione e di comunicazione che insorgono quotidianamente nel contesto della scuola.

Tali abilità, una volta acquisite, facilitano realmente la soluzione dei problemi e progressivamente contribuiscono alla creazione di un clima di lavoro salutare, soddisfacente e produttivo per l’intera comunità scolastica. Un ulteriore vantaggio è nella possibilità di trasferire tali capacità relazionali in altri contesti come la famiglia, il lavoro, le amicizie.

Ciò che distingue questo corso da numerose altre proposte formative è il suo obiettivo di unire il pregio della sistematicità e compiutezza a quello della relativa brevità del tempo di aggiornamento, il tutto a costi facilmente accessibili.

Caratteristiche

E necessario innanzitutto precisare che quello che viene qui presentato, diversamente dalla utilizzazione parziale che ne è stata fatta finora in Italia, è il programma originale e completo così come è stato elaborato da Thomas Gordon e come viene attualmente diffuso e applicato in altre nazioni.
Il corso è tenuto esclusivamente da persone formate e autorizzate da Effectiveness Training Inc.. In Italia tali persone sono certificate dall’Istituto dell’Approccio Centrato sulla Persona (IACP) che ha l’esclusiva del metodo.

Insegnanti Efficaci è un corso breve (durata minima di 24 ore) di aggiornamento organico e integrato, che ha per destinatari docenti, animatori e educatori, e chiunque debba esercitare nel suo ambito attività di insegnamento.

Questo corso è forse il programma di maggior successo che sia mai stato indirizzato agli insegnanti allo scopo di migliorare la conduzione della classe, il controllo della disciplina e la capacità di comunicazione interpersonale, di risolvere i conflitti e incrementare la consapevolezza nel campo dei valori e delle scelte.
Dal suo inizio ad oggi si sono formati in questo metodo oltre un milione di insegnanti e formatori di oltre trenta paesi del mondo.

Il Teacher Effectiveness Training, realizzato da Gordon nel 1966, si basa sul pensiero e sulla prassi educativa di Carl Rogers e integra l’approccio umanistico con tecniche didattiche avanzate. Esso è strutturato in modo da proporre contemporaneamente e in maniera integrata il livello della teoria e quello della esperienza ed ha pertanto una valenza cognitivo-esperienziale.

Esso deriva da numerose e qualificate esperienze di ricerca pedagogica, e si compone di una serie di metodi che i partecipanti possono apprendere e applicare nel loro lavoro come nella loro vita.

E’ opportuno sottolineare che, al di là dei metodi e delle tecniche, è di fondamentale importanza che i partecipanti comprendano e condividano i principi concettuali a cui essi si ispirano: una filosofia decisamente democratica, centrata sul rispetto delle persone, e basata sulla convinzione che in caso di conflitto non è giusto che a vincere sia solo una delle due parti in causa (ad esempio: l’adulto o l’adolescente). Una soluzione produttiva viene raggiunta solo quando entrambi si sentono vincenti perché hanno veramente collaborato nella comprensione del problema e nella ricerca delle soluzioni, un clima di autentica condivisione del potere e della responsabilità.

Obiettivi

Obiettivi generali

Lo scopo principale del corso Insegnanti Efficaci è quello di sviluppare e affinare la competenza relazionale degli insegnanti di ogni ordine e grado. Vuole formare “insegnanti efficaci” nella comunicazione educativa, intendendo per efficacia la capacità di esercitare una effettiva, concreta influenza sugli allievi senza far ricorso all’uso del potere.

Più in particolare lo scopo di questo corso è quello di incrementare la qualità e la quantità di tempo dedicato nella scuola al processo di insegnamento/apprendimento facendo risparmiare a insegnanti, allievi e responsabili della scuola tempo ed energie facilmente dispersi per far fronte ai problemi e ai conflitti presenti nelle classi e nella scuola.

insegnanti efficaci

Obiettivi specifici

Gli obiettivi del corso possono essere chiaramente compresi se si fa riferimento alle seguenti competenze relazionali che i partecipanti hanno l’opportunità di apprendere, e che costituiscono di fatto il contenuto del corso:

  1. Osservare e descrivere oggettivamente il comportamento, proprio e degli altri, evitando l’uso di etichette, valutazioni e giudizi personali fuorvianti.
  2. Identificare le aree problematiche ed apprendere ad attribuire correttamente, in situazioni conflittuali, la competenza dei problemi a noi o agli altri al fine di individuare una via di soluzione.
  3. Apprendere nuove e più efficaci modalità di ascolto e comprensione empatica al fine di avviare in modo utile una relazione di aiuto.
  4. Confrontarsi positivamente e produttivamente con gli altri, specialmente nelle situazioni in cui gli altri hanno comportamenti per noi “inaccettabili”, esprimendo in modo chiaro e congruente fatti, pensieri e sentimenti.
  5. Esprimere liberamente le proprie emozioni e le proprie opinioni senza ferire o ingannare l’
  6. Saper integrare le capacità di ascolto e di confronto precedentemente apprese.
  7. Apprendere come e quando impiegare metodi “democratici” nella risoluzione dei conflitti, al fine di individuare soluzioni comuni che rispondano ai bisogni di tutte le parti in causa.
  8. Offrire opzioni efficaci a risolvere le collisioni di valori.
  9. Struttura del corso

Il Corso è di­viso in otto moduli:

1° modulo

  • Presentazione del corso e degli obiettivi.
  • Analisi delle aspettative e dei bisogni dei partecipanti.
  • Definizione del comportamento. Comportamenti dell’
  • Come capire il comportamento delle persone.
  • Il rettangolo del comportamento.
  • Come riconoscere, affrontare e risolvere i problemi.
  • Di chi è il problema?

2° modulo

  • Come prestare ascolto e attenzione all’
  • Le barriere alla comunicazione.
  • La teoria della comunicazione.

3° modulo

  • Le caratteristiche di una relazione di aiuto.
  • L’ascolto passivo.
  • L’ascolto attivo.
  • L’

4° modulo

  • Come ottenere ascolto e attenzione dagli altri.
  • I messaggi in prima persona.
  • Il confronto e l’assertività.
  • Genuinità e empatia.

5° modulo

  • Come trattare la resistenza al cambiamento.
  • La teoria dell’iceberg: cosa c’è sotto l’ira?
  • La teoria dei bisogni di Maslow.
  • Il cambio di marcia.

6° modulo

  • Come risolvere gli inevitabili conflitti in modo che tutte le parti in causa si sentano rispettate.
  • Conflitti su bisogni concreti e collisioni di valori.
  • Stili di risoluzione dei conflitti.
  • Come lavorare efficacemente in team.

7° modulo

  • Uso del potere.
  • Metodi I e II: aspetti positivi e aspetti negativi.
  • Come rendere produttiva la conflittualità.
  • Il metodo III.

8° modulo

  • Come promuovere l’autocontrollo e l’
  • Come modificare l’ambiente scolastico.
  • Come trattare le collisioni di valori.
  • Le opzioni ad alto e a basso rischio per la relazione.

Metodologia

Il corso Insegnanti Efficaci si ispira ai modi di essere” e agli atteggiamenti facilitanti” di Carl Rogers e si presenta come un corso strutturato, con sequenze temporali precise e ricco di materiale didattico. Attua una forma di apprendimento attiva e impegna i partecipanti nella diretta esperienza dei concetti e delle abilità insegnate. Facilita la condivisione di esperienze e l’espressione di idee, dubbi e problemi.

Il processo di apprendimento si svolge lungo un cammino articolato in quattro momenti essenziali:

Strutturare le varie attività: si tratta di una breve presentazione dei contenuti e degli obiettivi di ogni modulo, con l’uso di sussidi audiovisivi.

Interessare i partecipanti con l’uso di role play, di ricordo guidato di importanti esperienze, di riflessioni scritte, di esercizi, di casi esemplari, di laboratori esperienziali effettuati in coppie, triadi, piccoli gruppi.

Discutere quanto appreso condividendo in piccoli e grandi gruppi le intuizioni e le nuove tecniche apprese.

Applicare quanto imparato e sperimentato nelle proprie attività personali e professionali, esercitandosi con il personale della propria scuola, in famiglia ecc. e cominciando a pianificare l’uso costante delle abilità apprese nel proprio lavoro.

Materiale didattico

I partecipanti utilizzeranno un quaderno di lavoro (workbook) appositamente predisposto. Alla fine del corso ogni partecipante riceverà un certificato di partecipazione.

Organizzazione

Il corso ha una durata di 24 ore suddivise in 8 incontri di 3 ore ciascuno oppure in 4 incontri di 6 ore ciascuno. Soluzioni differenti possono essere concordate.

Formatore

Il corso sarà tenuto dalla Dott.ssa Simona Volpi Psicologa – Psicoterapeuta individuale e di gruppo dell’Approccio Centrato sulla Persona – Formatrice Gordon.

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piramide alimentare

La piramide alimentare è uno strumento utilizzabile dalla popolazione di ogni età, che aiuta, attraverso una grafica semplice, a conoscere la frequenza di consumo dei cibi che fanno parte della nostra alimentazione.

La piramide alimentare nasce però con uno scopo completamente diverso. Verso la fine degli anni ’60 infatti, in Svezia, ci fu un vertiginoso rincaro dei prezzi degli alimentari e i vertici politici allora in carica, affidarono ad un ufficio l’incarico di trovare il modo affinché la popolazione potesse avere dei consigli per fare la spesa.

Nel 1972 arrivò quindi la prima piramide alimentare, alla cui base si trovavano i cibi più economici, quelli che la maggior parte della popolazione poteva acquistare a buon mercato e che garantivano la sopravvivenza e, salendo verso il vertice, c’erano invece i cibi più costosi, che avrebbero determinato una spesa maggiore per le famiglie svedesi ma che, essendo ricchi in nutrienti, potevano essere acquistati con minore frequenza. Fu una donna, Anna Britt Agnsäter, a proporre l’idea della piramide, accompagnata dallo slogan “Buon cibo sano e a prezzi ragionevoli”.

Con il tempo, si capì invece l’importanza della piramide per dare consigli alimentari sani alla popolazione e, dopo numerose modifiche, si è arrivati alla piramide moderna.

Come è organizzata la piramide alimentare italiana? La dietista ti risponde

L’alimentazione della popolazione italiana si basa prevalentemente sulla Dieta Mediterranea, che è stata inserita nel 2010 dall’Unesco nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità e, la piramide alimentare, rispecchia perfettamente questo modello di alimentazione, i cui benefici sono ormai largamente riconosciuti.

La forma piramidale è fondamentale per capire la frequenza di consumo dei cibi: alla base troviamo infatti i cibi che dovrebbero essere consumati più spesso e, salendo, troviamo alimenti importanti per la nostra alimentazione ma, il cui consumo, deve essere ridotto rispetto alla base.

La piramide è inoltre divisa in 3 gradini: quello più in basso, alla base della piramide, contiene cibi che devono essere consumati ad ogni pasto principale. Nel gradino intermedio invece, sono riportati alimenti che dovrebbero essere consumate ogni giorno e nell’ultimo, quello più vicino al vertice della piramide, sono contenuti cibi che dovrebbero essere presenti sulle nostre tavole, ma con frequenza settimanale oppure quindicinale.

Più recentemente sono state introdotte due importanti modifiche alla piramide alimentare: alla base, prima ancora del consumo alimentare, è stata inserita l’acqua. Si tratta di un “alimento” fondamentale per il nostro corpo e la posizione strategica alla base della piramide, ci deve ricordare che dobbiamo idratarci nel modo corretto.

La seconda modifica è stata apportata invece al di fuori della piramide stessa: leggendo la grafica dal basso verso l’alto, viene sottolineato che le corrette abitudini alimentari della piramide sono valide associando regolare esercizio fisico, seguendo la stagionalità e la località dei prodotti e se la convivialità è alla base di qualsiasi pasto consumato.

La piramide alimentare: un metodo corretto per organizzare i pasti della famiglia.

Esattamente però, come sono strutturate le indicazioni alimentari all’interno della piramide alimentare? In ogni gradino della piramide ci sono diversi alimenti con una precisa frequenza di consumo che viene consigliata.

Base della piramide: consumo ad ogni pasto

Acqua – Il consumo giornaliero dovrebbe essere compreso tra un litro e mezzo e due litri ed è possibile raggiungere questa quantità anche aiutandosi con infusi. La quantità di acqua giornaliera però, dipende da soggetto a soggetto, dalle condizioni fisiche, dall’età, dalle condizioni climatiche e dal livello di attività fisica.

Frutta – si consiglia di consumare 1-2 porzioni di frutta ai pasti principali, riducendo a 1 frutto al pasto se di dimensioni medio-grandi (es. mela, pera, arancia…) e arrivando a 2 frutti se piccoli-medi (albicocche, prugne, kiwi…). La frutta è ricca di vitamine, sali minerali, antiossidanti, acqua e fibre, che stimolano la diuresi, il transito intestinale ma anche il rinnovo cellulare. È ottima se consumata come dessert a fine pasto.

Verdure – Dovrebbero essere presenti in circa 2 porzioni ad ogni pasto principale o anche più e, di queste, almeno una porzione dovrebbe essere cruda. È possibile utilizzare una porzione come contorno e una invece come condimento del primo piatto. Il consumo di verdure di stagione permette di avere un maggiore contenuto di vitamine e sali minerali.

Cereali – il consumo di pasta, pane, riso e altri cereali come orzo, farro dovrebbe essere di due porzioni a pasto, di dimensioni differenti e variabili da persona a persona. È preferibile il consumo di cereali integrali, che oltre ad avere un maggiore contenuto di fibre e vitamina del gruppo B, permettono anche di controllare meglio i valori glicemici.

piramide alimentare

Livello intermedio della piramide: consumo giornaliero

Latte e derivati – dovrebbero essere consumate circa 2-3 porzioni al giorno, in quantità variabile a seconda dell’età: per esempio si potrebbe introdurre una tazza di latte, uno yogurt e una spolverata di Parmigiano da aggiungere ai primi piatti o alle verdure. È preferibile consumare latte e derivati magri, per ridurre l’apporto giornaliero di grassi. Quest’ultima indicazione però, non è valida per i bambini fino ai tre anni, per i quali vale esattamente l’opposto.

Frutta in guscio, olive e semi – sono alimenti che contengono molti nutrienti ad effetto benefico per il nostro corpo anche se il consumo deve essere moderato per l’apporto calorico. La quantità di frutta secca indicata è di circa 4-5 noci o mandorle. Anche le olive devono essere consumate in modiche quantità preferendo le olive verdi a quelle nere. Attenzione è da prestare anche al metodo di conservazione per l’eccessivo contenuto di sale.

Olio di oliva – è un alimento basilare della Dieta Mediterranea e la quantità indicata è di circa 4 cucchiai al giorno, che dovrebbero essere utilizzati preferibilmente a crudo sugli alimenti. L’olio contiene un’abbondante parte lipidica ma è anche un alimento con un’importante fonte di antiossidanti.

Spezie – possono essere utilizzate per insaporire gli alimenti che vengono preparati e ridurre così l’utilizzo di sale aggiunto al cibo. Molte spezie inoltre hanno un effetto positivo sulla nostra salute e sulla prevenzione di alcune patologie.

Vertice della piramide: alimenti a consumo settimanale o quindicinale

Legumi e pesce – è indicato il consumo di almeno due porzioni a settimana, con la possibilità di aumentare anche fino a tre porzioni.

Carne – è preferibile consumare due porzioni a settimana di carne.

Uova – diversamente da quanto si crede, è possibile introdurre anche da due a quattro porzioni a settimana. Sono un’ottima fonte di nutrienti essenziali e proteine di valore elevato.

Salumi – è indicato non eccedere nel consumo di salumi e consumarli al massimo 1 volta a settimana. Questi alimenti sono ricchi di sale e, alcuni di essi, anche di lipidi, oppure hanno subito molte trasformazioni industriali.

Patate – si consiglia di non consumare più di tre porzioni a settimana. È importante ricordare che le patate non sono da considerarsi una verdura ma sono una fonte di carboidrati.

Vino – per gli adulti sani i più recenti studi consentono il consumo di massimo due bicchieri di vino al giorno per l’uomo e uno per la donna. È comunque una buona norma non eccedere nel consumo di alcolici in genere. Il vino, se consumato con moderazione, può contribuire ad avere un effetto protettivo per le patologie di origine cardiovascolare.

Dolci – rappresentano il punto più alto della piramide a significare che il loro consumo deve essere saltuario e limitato.

Abbiamo visto quindi come la piramide alimentare ci aiuti a conoscere la frequenza di consumo di molti cibi e, attraverso una semplice immagine, possa dare un’idea immediata di una corretta alimentazione basata sul modello della Dieta Mediterranea. Le quantità degli alimenti citati, sono variabili da persona a persona e, attraverso una consulenza dietistica, è possibile personalizzare il più possibile la qualità della propria alimentazione, facendo in modo che essa rispecchi il più possibile i gusti, le abitudini e le tradizioni.

La piramide alimentare è da considerarsi quindi un modello adattabile, con qualche accorgimento, sia agli adulti che ai bambini.

Se vuoi saperne di più e per avere una consulenza personalizzata, segui le nostre pagine social e contattaci: ti forniremo assistenza e supporto nutrizionale.

Dietista Pesenti Federica

resilienza

Scopriamo la sua importanza per ottenere un maggior successo scolastico e nella vita

A mano a mano che i ragazzi crescono e proseguono nel percorso scolastico, da loro ci si aspetta una autonomia sempre maggiore. Il compito dei genitori è quello di far valere i diritti del proprio figlio e di aiutarlo a ricevere dalla scuola il supporto necessario per riuscire nello studio. Tuttavia, arriverà un momento in cui dovrete insegnarli a farsi valere da sé. Pensate a quando andrà all’università. Immaginate le capacità che gli serviranno, non potete seguirlo nella nuova città per assicurarvi che dorma a sufficienza, non rimandi non rimandi tutto al giorno dopo, si organizzi nello studio e gestisca bene i contrattempi. Ecco perché così come fondamentale fare in modo che sviluppi abilità di resilienza.

Cos’è la resilienza?

La resilienza è la capacità di autoripararsi dopo un danno e di riuscire a riorganizzare positivamente la propria vita nonostante le situazioni difficili. Essa è la capacità di autoripararsi dopo un danno, di far fronte, resistere, ma anche costruire e riuscire a riorganizzare positivamente la propria vita nonostante situazioni difficili che fanno pensare a un esito negativo.

Se ci sono due bambini con le stesse difficoltà nelle funzioni esecutive e uno dei due riesce ad avere buoni risultati nonostante i problemi, dimostra resilienza.

Per usare una metafora non potete placare le onde dell’oceano al posto di vostro figlio per tutta la vita. Dovrete dargli gli strumenti per affrontare le onde che potrebbero andargli incontro. Ci sono situazioni in cui le buone intenzioni dei genitori nel facilitare il figlio si ritorcono contro di loro, perché il ragazzo diventa eccessivamente dipendente dai genitori. Capita anche che i genitori cerchino il trasformare l’ambiente scolastico in un “mare calmo” ed insistono per trovare ogni genere di accomodamento per il figlio; è giusto chiedere supporto, tuttavia bisogna essere realistici su cosa la scuola può fare per voi e vostro figlio. È necessario responsabilizzare i ragazzi riguardo ai propri risultati scolastici e ai propri comportamenti.

Come fare quindi per trovare il giusto livello di supporto? Bisogna incentivare lo sviluppo della capacità di resilienza.

I fattori del successo

Per preparare vostro figlio alla resilienza, dovrete conoscere i tratti associati al successo, nonostante la presenza di DSA o di ADHD, o di un’altra difficoltà di apprendimento. Per prevedere il successo scolastico alcuni tratti caratteriali contano più dell’intelligenza. La buona notizia è che questi tratti si possono sviluppare.

L’obiettivo è quello di riuscire a cambiare la mentalità con cui vostro figlio affronta le sue difficoltà, in questo modo farà talmente tanti progressi fino a superarle.

Autoconsapevolezza

Per sviluppare la resilienza e la capacità di farsi valere, ci vuole per prima cosa autoconsapevolezza.  

La prima cosa da fare, una volta ricevuta una diagnosi di disturbo dell’apprendimento, è quella di informare vostro figlio sulla natura delle sue difficoltà, così che si renda conto che in certi ambiti dovrà impegnarsi di più dei suoi compagni. Più sarà consapevole dei suoi punti forti e deboli nell’apprendimento e nel comportamento, più sarà attrezzato a chiedere aiuto, a essere propositivo e cercare le risorse che gli servono.  

Spiegate a vostro figlio di come ogni persona impara in modo diverso e possiede punti forti e punti deboli. Cercate online il profilo di persone famose con disabilità o problemi di apprendimento e confrontatevi riguardo alla loro resilienza.

Persistenza e determinazione

Uno dei fattori che ci permettono di imparare e crescere in qualsiasi circostanza e l’ottimismo. Le persone ottimiste, infatti, tendono a riprendersi in fretta dai contrattempi, sono più longeve e felice accolgono le sfide anziché evitarle.

Vivere positivamente permette di trovare opportunità di apprendimento più positive e di sentirsi più soddisfatti. Ecco perché è importante focalizzarsi sui tratti positivi che aiutano le persone ha a superare le proprie difficoltà piuttosto che sulla difficoltà stessa.

Sul sito Authentic Happiness dall’Università della Pennsylvania l’indirizzo www.autenticabusiness.sas.upenn.edu potete svolgere i questionari per scoprire quali sono i vostri punti forti e imparare come integrarli nella vostra giornata per ottenere più risultati positivi.

Gli studenti che mostrano determinazione si impegnano per i propri obiettivi per lunghi periodi di tempo, anche se nel frattempo incontrano insuccessi e avversità. Investono molte energie nel raggiungimento dei propri obiettivi e non si arrendono.

Gli studi dimostrano che la determinazione è più importante dell’intelligenza nella previsione del successo scolastico e del completamento degli studi universitari. Ciò significa che anche chi ha un disturbo dell’apprendimento e difficoltà nelle funzioni esecutive può avere successo grazie alla determinazione. L’importante è non arrendersi.

Potete misurare la perseveranza e la passione per il raggiungimento degli obiettivi del vostro bambino attraverso la “Grite Scale” sul sito www.sas.upenn.ed/ ̴duckwort/gritscale.htm.

Supporto emotivo

Avere difficoltà nelle funzioni esecutive è frustrante, perché il rischio di fallimento è sempre dietro l’angolo. I bambini e gli adolescenti che superano il fallimento, oltre ad avere fra i tratti della personalità la determinazione, sfruttano anche dei buoni sistemi di supporto. Chiedere accettare aiuto è uno dei tratti più importanti per i successi accademici.

I ragazzi che si rivolgono agli insegnanti e sfruttano al meglio le lezioni dedicate e i supporti extra dati da genitori e professionisti sono quelli con maggiori probabilità di successo.

È importante far capire ai propri figli che chiedere aiuto è giusto e che i ragazzi intelligenti chiedono aiuto. Incoraggiateli a usare al meglio le misure di supporto che gli vengono messe a disposizione.

Un altro modo per favorire i risultati positivi e cercare aiuto per gestire le reazioni emotive alle sfide e ai fallimenti. I ragazzi che hanno almeno un adulto che li supporta nella vita mostrano risultati migliori in tutti gli ambiti della vita, non solo nella scuola. Dover affrontare le difficoltà di apprendimento legate alle funzioni esecutive non è facile e riuscire a parlarne col qualcuno può essere molto utile.

Questa persona non deve per forza essere un terapeuta specializzato, ma un individuo che non sia giudicante, che dia supporto e incoraggiamento. I bambini e gli adolescenti hanno un forte bisogno di supporto emotivo, dato che magari non sono in grado di elaborare e comprendere le loro difficoltà. Forse si sentono solo “stupidi” o “cattivi ragazzi”.

Potrebbero non disporre delle strategie di fronteggiamento che servono nei momenti difficili, per questo i genitori e gli adulti di supporto svolgono il ruolo importantissimo di fornire tali strumenti.

Mentalità

Uno dei migliori modi per ottenere buoni risultati di evitare le trappole del perfezionismo è adottare una mentalità di crescita. È stato dimostrato che il modo di pensare alle proprie capacità influisce sui risultati effettivi. La ricercatrice Carol Dweck divide la mentalità in “mentalità di crescita” e “mentalità fissa”. Una mentalità di crescita si basa sulla convinzione che il talento si possa sviluppare e che le capacità si possano migliorare nel tempo.

L’idea che gli errori facciano parte dell’apprendimento non è solo contemplata ma addirittura enfatizzata. I perfezionisti pensano che il successo debba arrivare da solo, ancor prima che avvenga l’apprendimento. Essi hanno quindi una mentalità fissa, in cui si pensa che i talenti e le capacità siano fissi: o ci sono non ci sono. In questo caso, bisogna dimostrare a sé stessi le proprie capacità in continuazione, nel tentativo di apparire brillanti e dotati senza sforzi e senza errori.

Carol Dweck ha un programma Rivolto a genitori, educatori e studenti sullo sviluppo di una mentalità di crescita, potete trovarlo sul sito www.mindsetworks.com si tratta di un programma a pagamento ma esiste anche una versione di prova gratuita per chi si iscrive per la prima volta.

I talenti e le abilità si apprendono e si possono migliorare con l’impegno. Ecco alcune applicazioni pratiche rivolte ai genitori:

  • Adottate una mentalità di crescita riguardo alle abilità di vostro figlio e raccontate storie di persone che si sono impegnate a fondo per diventare esperte in qualcosa o sviluppare un talento. Raccontate come voi stessi siete migliorati in qualcosa grazie al vostro impegno.
  • Elogiate gli sforzi e non le abilità. Invece di dire “Sei bravissimo in matematica! “, dite “Guarda come ti stai impegnando con questi problemi di matematica! “. In questo modo vostro figlio capirà che lo sforzo paga e permette di migliorare.
  • Concentratevi sui migliori risultati di vostro figlio, anziché sul fatto che sia il migliore della classe. Non permettete che vostro figlio si paragoni a qualcuno che svolge una certa attività da molto tempo. A volte i ragazzi dicono cose come “Tu sei più bravo di me a disegnare, quindi disegna tu “; per chi è perfezionista, questo parametro inappropriato può creare un senso di fallimento già 8 anni. Potete rispondere: “Io mi esercito da tanto tempo disegnare punto adesso tocca a te esercitarti!”   

La regola del rapporto “uno a cinque”

I bambini gli adolescenti con difficoltà nelle funzioni esecutive ricevono molto spesso feedback correttivi, come ad esempio “Non dimenticarti i compiti”, “Controlla l’esercizio di matematica”. I feedback positivi sarebbero invece “Sei stato bravo a ricordarti i compiti oggi” o “Hai fatto bene a ricontrollare l’esercizio di matematica per vedere se c’erano errori”.

Anche quando i feedback correttivi vengono detti con un tono positivo, il ragazzo percepisce solo che sta facendo qualcosa nel modo sbagliato o non ha ancora fatto abbastanza. Questo può minare l’autostima, la fiducia e l’ottimismo di un bambino di un adolescente. Immaginate di andare al lavoro tutti i giorni di avere qualcuno che vi dice continuamente deve fare le cose in un altro modo!

Per questo, i genitori devono sempre tenere a mente il rapporto tra feedback positivi e feedback negativi o correttivi. Una buona regola generale è usare un rapporto di uno a cinque: per ogni commento negativo correttivo, dovreste esprimere 5 commenti positivi. Sembra facile, ma se ci pensate potreste accorgervi che senza volerlo finora avete fatto il contrario.

Provate a farci caso a calcolare qual è il vostro rapporto. Ogni volta che fate un commento positivo, mettete un piccolo oggetto, come una monetina o un fermaglio, nella vostra tasca destra. Ogni volta che fate un commento correttivo, mettete un oggetto nella tasca sinistra. Dopo qualche ora, fate un rapido calcolo: se il rapporto fra commenti correttivi e positivi non è di uno a cinque, impegnatevi a fare più commenti positivi rispetto all’impegno di vostro figlio, anche se è esiguo, per fare in modo che il rapporto si equilibri verso la direzione giusta.

Mantenere la positività nel vostro rapporto con i figli che hanno difficoltà nelle funzioni esecutive può essere difficile, ma ne varrà la pena. Sarete genitori più felici e anche i vostri figli saranno più felici. Un rapporto positivo tra genitori e figli è fondamentale per imparare insieme, crescere, stare bene gli uni con gli altri.

Se ti è piaciuto l’articolo e vuoi avere maggiori informazioni scrivi una e-mail a centrolatrottola@gmail.com o visita la nostra pagina Facebook “La Trottola – Centro per l’Età Evolutiva”.

Dott.ssa Sabrina Conti, Educatore psico-pedagogico, Tutor DSA ADHD

Puerperio

È un periodo della vita della donna che segue dopo il parto e la gravidanza. In termini tecnici il periodo che intercorre dal termine della gravidanza al ritorno a una situazione anatomica e funzionale pre-gravidica, questi eventi avvengono in circa 6-8 settimane dalla nascita della placenta.

In campo ostetrico è sempre un periodo, ma non è limitato al solo livello anatomico funzionale, è un periodo molto complesso che interessa la donna, il bambino e la famiglia a più livelli, tutti interconnessi tutti importanti.

La durata è quindi relativa, dipende dai bisogni della madre, dal tipo di parto vissuto, dal bambino e dalla capacità di adattarsi e plasmarsi su una realtà rivoluzionata, di famiglia.
È un periodo di enorme importanza dove nulla va trascurato, meno che meno la salute della mamma.

Ogni mia visita in puerperio inizia con una domanda:

Come stai?

Il mio primo focus è sempre la mamma, perché il benessere del bambino e della famiglia passa dal benessere della madre.
Quando nei corsi di accompagnamento alla nascita, soprattutto se si tratta di una coppia alla prima gravidanza, chiedo di immaginare la vita con il proprio figlio, molto spesso le risposte tra partner sono discordanti.

Le mamme, di solito, portano una visione e una percezione completamente diverse da quelle dei papà, e lo stesso vale per le mamme che hanno avuto la possibilità di osservare o conoscere una neo mamma.
Nella maggioranza dei casi la nascita viene immaginata con moltissime stereotipie, frutto di rielaborazioni mentali (e non di sensazioni realmente ascoltate), e di ci che si o pensa che la società si aspetti da un neonato; frutto di una mescolanza di giudizi e pregiudizi che il linguaggio mediatico, il marketing e la spinta al consumo promuovono incessantemente.

Ma la realtà è ben diversa e spesso si scontra con le numerose aspettative coltivate con l’incoscienza della prima volta, il che può portare a incertezza, preoccupazione e spaesamento.

Dopo il parto spesso le mamme si sentono passare in secondo piano, l’attenzione è tutta rivolta al nuovo arrivato, “ha mangiato?” “si è scaricato?” “ha dormito?” (ecc.) come se queste cose fossero solo di necessità del neonato.

La mamma passa inosservata, il fulcro delle attenzioni è il bambino. Si osserva un passaggio che va da protagonista indiscussa di ogni sguardo in gravidanza a semplice fornitrice di cure di una piccola meraviglia.
In questo contesto le neofamiglie si trovano sguarnite di strumenti adeguati e le neomamme possono sentirsi molto sole. Il puerperio potrebbe trasformarsi in un percorso ad ostacoli in cui la mamma vive all’ombra del proprio bambino, con aspettative irrealizzabili e che aumentano il senso di inadeguatezza e frustrazione.

In questo grande cortocircuito è facile perdere la visione d’insieme ed è altrettanto facile rischiare di incappare in situazioni relazionali, affettive, sociali e biologiche non fisiologiche.

Dopo un’attenta analisi dei bisogni delle donne e delle famiglie che ho avuto modo di accompagnare attraverso la loro nuova dimensione di genitori, ho ideato il mio progetto di “cura al puerperio a domicilio”.

Lo scopo principale è quello di rendere più sicura e indipendente la donna, aiutandola a sviluppare le sue competenze naturali nell’accudimento del nuovo nato.

In particolare, il mio intento è:

  • fornire sostegno e assistenza alla madre e al neonato nelle prime settimane di vita per promuovere la naturale fisiologia dell’adattamento post nascita;
  • promuovere e sostenere l’allattamento materno;
  • promuovere il ben-essere della nuova famiglia;
  • garantire l’osservazione attenta della salute della mamma e del bambino nei primi giorni dopo il parto;
  • prevenire e diagnosticare tempestivamente la patologia, organica e relazionale.

Gli interventi vengono attuati attraverso l’appoggio emotivo, che è fatto di presenza, ascolto, rassicurazioni e conferme.
Orientare la mamma e la famiglia attraverso informazioni adeguate, sicure e aggiornate è molto importante, soprattutto nell’immediato post parto.
Il risultato di questo servizio è un’assistenza concreta e tangibile.

Come si struttura?

Attraverso l’applicazione del concetto di CONTINUUM, il processo di trasformazione in cui il prima, il durante e il dopo sono parte di un tutto e hanno la medesima importanza.
Le visite non sono mai fugaci, la mamma viene accolta nella sua variegata complessità. L’assistenza è individualizzata e calibrata anche in base alla storia di quella donna, di quella mamma e di quella famiglia.

La collaborazione con diversi professionisti della salute e del benessere mi consente di cucire su misura un servizio di cura olistica e di benessere globale dedicati a meraviglioso passaggio che è il #puerperio.
È consigliata una visita conoscitiva in gravidanza al fine di iniziare la creazione di un legame e di un canale comunicativo.

Se sei interessata personalmente o desideri regalare una consulenza a un’amica che sta per diventare mamma puoi contattarmi:
Dott.ssa Claudia Frigeni, ostetrica e IBCLC