Insegnanti efficaci

Corso di aggiornamento Professionale sulla relazione interpersonale e sulla comunicazione

Descrizione del corso

Il corso Insegnanti Efficaci è la versione italiana di Teacher Effectiveness Training. Assieme ai corsi paralleli per genitori e per giovani esso si basa sul modello formativo dell’ Effectiveness Training International. ideato da Thomas Gordon, allievo di Carl Rogers, e diffuso in tutto il mondo dai suoi numerosi collaboratori.

Il corso Insegnanti Efficaci si prefigge di sviluppare o migliorare la sensibilità e le competenze necessarie per affrontare con successo i complessi e molteplici aspetti della vita scolastica. Esso unisce la psicologia umanistica di Carl Rogers con la riflessione pedagogica, la ricerca metodologica e le tecniche didattiche più avanzate, nella definizione di un modello di aggiornamento professionale capace di massimizzare e ottimizzare la qualità dell’esperienza scolastica e il tempo di lavoro effettivamente utile e significativo, riducendo al minimo il malessere delle persone.

A tal fine il corso valorizza la sensibilità e la tendenza formativa presente nelle persone e facilita l’acquisizione delle competenze necessarie per risolvere i numerosi e complessi problemi di relazione e di comunicazione che insorgono quotidianamente nel contesto della scuola.

Tali abilità, una volta acquisite, facilitano realmente la soluzione dei problemi e progressivamente contribuiscono alla creazione di un clima di lavoro salutare, soddisfacente e produttivo per l’intera comunità scolastica. Un ulteriore vantaggio è nella possibilità di trasferire tali capacità relazionali in altri contesti come la famiglia, il lavoro, le amicizie.

Ciò che distingue questo corso da numerose altre proposte formative è il suo obiettivo di unire il pregio della sistematicità e compiutezza a quello della relativa brevità del tempo di aggiornamento, il tutto a costi facilmente accessibili.

Caratteristiche

E necessario innanzitutto precisare che quello che viene qui presentato, diversamente dalla utilizzazione parziale che ne è stata fatta finora in Italia, è il programma originale e completo così come è stato elaborato da Thomas Gordon e come viene attualmente diffuso e applicato in altre nazioni.
Il corso è tenuto esclusivamente da persone formate e autorizzate da Effectiveness Training Inc.. In Italia tali persone sono certificate dall’Istituto dell’Approccio Centrato sulla Persona (IACP) che ha l’esclusiva del metodo.

Insegnanti Efficaci è un corso breve (durata minima di 24 ore) di aggiornamento organico e integrato, che ha per destinatari docenti, animatori e educatori, e chiunque debba esercitare nel suo ambito attività di insegnamento.

Questo corso è forse il programma di maggior successo che sia mai stato indirizzato agli insegnanti allo scopo di migliorare la conduzione della classe, il controllo della disciplina e la capacità di comunicazione interpersonale, di risolvere i conflitti e incrementare la consapevolezza nel campo dei valori e delle scelte.
Dal suo inizio ad oggi si sono formati in questo metodo oltre un milione di insegnanti e formatori di oltre trenta paesi del mondo.

Il Teacher Effectiveness Training, realizzato da Gordon nel 1966, si basa sul pensiero e sulla prassi educativa di Carl Rogers e integra l’approccio umanistico con tecniche didattiche avanzate. Esso è strutturato in modo da proporre contemporaneamente e in maniera integrata il livello della teoria e quello della esperienza ed ha pertanto una valenza cognitivo-esperienziale.

Esso deriva da numerose e qualificate esperienze di ricerca pedagogica, e si compone di una serie di metodi che i partecipanti possono apprendere e applicare nel loro lavoro come nella loro vita.

E’ opportuno sottolineare che, al di là dei metodi e delle tecniche, è di fondamentale importanza che i partecipanti comprendano e condividano i principi concettuali a cui essi si ispirano: una filosofia decisamente democratica, centrata sul rispetto delle persone, e basata sulla convinzione che in caso di conflitto non è giusto che a vincere sia solo una delle due parti in causa (ad esempio: l’adulto o l’adolescente). Una soluzione produttiva viene raggiunta solo quando entrambi si sentono vincenti perché hanno veramente collaborato nella comprensione del problema e nella ricerca delle soluzioni, un clima di autentica condivisione del potere e della responsabilità.

Obiettivi

Obiettivi generali

Lo scopo principale del corso Insegnanti Efficaci è quello di sviluppare e affinare la competenza relazionale degli insegnanti di ogni ordine e grado. Vuole formare “insegnanti efficaci” nella comunicazione educativa, intendendo per efficacia la capacità di esercitare una effettiva, concreta influenza sugli allievi senza far ricorso all’uso del potere.

Più in particolare lo scopo di questo corso è quello di incrementare la qualità e la quantità di tempo dedicato nella scuola al processo di insegnamento/apprendimento facendo risparmiare a insegnanti, allievi e responsabili della scuola tempo ed energie facilmente dispersi per far fronte ai problemi e ai conflitti presenti nelle classi e nella scuola.

insegnanti efficaci

Obiettivi specifici

Gli obiettivi del corso possono essere chiaramente compresi se si fa riferimento alle seguenti competenze relazionali che i partecipanti hanno l’opportunità di apprendere, e che costituiscono di fatto il contenuto del corso:

  1. Osservare e descrivere oggettivamente il comportamento, proprio e degli altri, evitando l’uso di etichette, valutazioni e giudizi personali fuorvianti.
  2. Identificare le aree problematiche ed apprendere ad attribuire correttamente, in situazioni conflittuali, la competenza dei problemi a noi o agli altri al fine di individuare una via di soluzione.
  3. Apprendere nuove e più efficaci modalità di ascolto e comprensione empatica al fine di avviare in modo utile una relazione di aiuto.
  4. Confrontarsi positivamente e produttivamente con gli altri, specialmente nelle situazioni in cui gli altri hanno comportamenti per noi “inaccettabili”, esprimendo in modo chiaro e congruente fatti, pensieri e sentimenti.
  5. Esprimere liberamente le proprie emozioni e le proprie opinioni senza ferire o ingannare l’
  6. Saper integrare le capacità di ascolto e di confronto precedentemente apprese.
  7. Apprendere come e quando impiegare metodi “democratici” nella risoluzione dei conflitti, al fine di individuare soluzioni comuni che rispondano ai bisogni di tutte le parti in causa.
  8. Offrire opzioni efficaci a risolvere le collisioni di valori.
  9. Struttura del corso

Il Corso è di­viso in otto moduli:

1° modulo

  • Presentazione del corso e degli obiettivi.
  • Analisi delle aspettative e dei bisogni dei partecipanti.
  • Definizione del comportamento. Comportamenti dell’
  • Come capire il comportamento delle persone.
  • Il rettangolo del comportamento.
  • Come riconoscere, affrontare e risolvere i problemi.
  • Di chi è il problema?

2° modulo

  • Come prestare ascolto e attenzione all’
  • Le barriere alla comunicazione.
  • La teoria della comunicazione.

3° modulo

  • Le caratteristiche di una relazione di aiuto.
  • L’ascolto passivo.
  • L’ascolto attivo.
  • L’

4° modulo

  • Come ottenere ascolto e attenzione dagli altri.
  • I messaggi in prima persona.
  • Il confronto e l’assertività.
  • Genuinità e empatia.

5° modulo

  • Come trattare la resistenza al cambiamento.
  • La teoria dell’iceberg: cosa c’è sotto l’ira?
  • La teoria dei bisogni di Maslow.
  • Il cambio di marcia.

6° modulo

  • Come risolvere gli inevitabili conflitti in modo che tutte le parti in causa si sentano rispettate.
  • Conflitti su bisogni concreti e collisioni di valori.
  • Stili di risoluzione dei conflitti.
  • Come lavorare efficacemente in team.

7° modulo

  • Uso del potere.
  • Metodi I e II: aspetti positivi e aspetti negativi.
  • Come rendere produttiva la conflittualità.
  • Il metodo III.

8° modulo

  • Come promuovere l’autocontrollo e l’
  • Come modificare l’ambiente scolastico.
  • Come trattare le collisioni di valori.
  • Le opzioni ad alto e a basso rischio per la relazione.

Metodologia

Il corso Insegnanti Efficaci si ispira ai modi di essere” e agli atteggiamenti facilitanti” di Carl Rogers e si presenta come un corso strutturato, con sequenze temporali precise e ricco di materiale didattico. Attua una forma di apprendimento attiva e impegna i partecipanti nella diretta esperienza dei concetti e delle abilità insegnate. Facilita la condivisione di esperienze e l’espressione di idee, dubbi e problemi.

Il processo di apprendimento si svolge lungo un cammino articolato in quattro momenti essenziali:

Strutturare le varie attività: si tratta di una breve presentazione dei contenuti e degli obiettivi di ogni modulo, con l’uso di sussidi audiovisivi.

Interessare i partecipanti con l’uso di role play, di ricordo guidato di importanti esperienze, di riflessioni scritte, di esercizi, di casi esemplari, di laboratori esperienziali effettuati in coppie, triadi, piccoli gruppi.

Discutere quanto appreso condividendo in piccoli e grandi gruppi le intuizioni e le nuove tecniche apprese.

Applicare quanto imparato e sperimentato nelle proprie attività personali e professionali, esercitandosi con il personale della propria scuola, in famiglia ecc. e cominciando a pianificare l’uso costante delle abilità apprese nel proprio lavoro.

Materiale didattico

I partecipanti utilizzeranno un quaderno di lavoro (workbook) appositamente predisposto. Alla fine del corso ogni partecipante riceverà un certificato di partecipazione.

Organizzazione

Il corso ha una durata di 24 ore suddivise in 8 incontri di 3 ore ciascuno oppure in 4 incontri di 6 ore ciascuno. Soluzioni differenti possono essere concordate.

Formatore

Il corso sarà tenuto dalla Dott.ssa Simona Volpi Psicologa – Psicoterapeuta individuale e di gruppo dell’Approccio Centrato sulla Persona – Formatrice Gordon.

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zuccheri nell'alimentazione dei bambini

Il consumo di zuccheri nella popolazione adulta e pediatrica è in continuo aumento e lo è, di conseguenza, il rischio di sviluppare patologie quali obesità, diabete e malattie cardiovascolari. Questo rischio è addirittura maggiore per i bambini e, proprio per questo motivo, sono state definite delle quantità di zucchero che sarebbe opportuno non superare.

Nell’alimentazione di un bambino i nutrienti che non devono mancare sono proteine, lipidi, carboidrati, vitamine, sali minerali e acqua. I carboidrati possono essere divisi in due grandi gruppi: zuccheri semplici e zuccheri complessi. Tra i primi troviamo fruttosio, glucosio, saccarosio, lattosio e maltosio e sono zuccheri che devono essere limitati il più possibile, soprattutto nei bambini. Nei secondi invece troviamo nutrienti importanti per l’organismo (cellulosa, amido, glicogeno…) che non devono essere esclusi da una sana alimentazione.

In questo articolo approfondiremo quali quantità di zuccheri sono indicate dagli esperti e scopriremo come limitarli nell’alimentazione dei più piccoli.

Le indicazioni degli esperti: mai zuccheri aggiunti ai bambini con meno di 2 anni.

Le più recenti Linee Guida per la nutrizione pediatrica sottolineano l’importanza di evitare il consumo di zuccheri aggiunti nei primi 2 anni di vita del bambino. Dai 2 anni fino ai 18 anni invece, è fortemente consigliato non superare i 25 g al giorno zuccheri aggiunti – pari a 5 cucchiaini rasi da thè.

Ma cosa sono gli zuccheri aggiunti?

Si tratta di tutti quegli zuccheri che vengono aggiunti per dolcificare gli alimenti e le bevande durante la fase di preparazione e produzione e al momento del loro consumo. Questi zuccheri, chiamati anche zuccheri semplici, sono contenuti nei succhi di frutta, nelle bibite dolcificate (comprese alcune camomille e tisane), negli snack in commercio, nei dolci (quindi anche nelle caramelle) e anche in torte e biscotti.

Non sono da confondere con gli zuccheri naturali, quelli cioè che sono già presenti in alcuni alimenti (es. frutta, verdura, latte). Questi cibi non hanno bisogno di avere ulteriori aggiunte di zuccheri: per esempio uno spuntino a base di macedonia di frutta non ha necessità di zucchero, la frutta è già dolce! Anche il latte e lo yogurt contengono naturalmente zuccheri e non devono essere ulteriormente dolcificati.

Quali sono le indicazioni della dietista per riconoscere e ridurre gli zuccheri?

È importante conoscere la quantità di zuccheri aggiunti presenti in ciò che mangiamo. È stato infatti evidenziato che la maggior parte degli zuccheri viene introdotto con i pasti consumati a casa e soprattutto sono concentrati alla colazione, agli spuntini e nei fuori pasto.

Un eccesso di zuccheri nel corpo è molto facile da raggiungere e i bambini abituati al consumo di cibi e bevande zuccherate, ricercheranno sempre più quel sapore, rifiutando i cibi non dolcificati.

Una quantità non controllata di zuccheri nel corpo causa un deposito di tessuto grasso predisponendo l’organismo all’insorgenza di obesità e altre patologie come diabete e malattie cardiovascolari. Nei bambini inoltre, l’eccesso di zucchero causa iperattività e limitate capacità di concentrazione.

Per questi motivi gli esperti che hanno elaborato le Linee Guida indicano di non somministrare zuccheri aggiunti nei bambini con meno di 2 anni. Quando si parla dei 5 cucchiaini da thè, quantità di zuccheri aggiunti da non superare tra i 2 e i 18 anni, bisogna prestare attenzione proprio perché molti alimenti contengono già zucchero naturalmente, a cui va sommato quello aggiunto in fase di preparazione e, i 25 g indicati dagli esperti, devono tenere conto sia di questi zuccheri che di quelli ulteriormente aggiunti da noi per dolcificare. Ecco perché è così semplice superare le quantità massime indicate.

Ci sono quindi alcuni accorgimenti pratici per poter ridurre gli zuccheri semplici:

  • Consumare acqua al posto delle bevande zuccherate
  • Preferire frutta fresca o frullati/estratti di frutta fresca rispetto ai succhi di frutta commerciali.
  • Scegliere biscotti o torte fatte in casa con ricette a ridotto apporto di zuccheri.
  • Preferire tisane e camomille ad infuso invece dei preparati granulari, senza aggiungere zuccheri.
  • Limitare l’acquisto e il consumo di snack, merendine, bevande dolcificate e caramelle.
  • Leggere sempre le etichette dei cibi acquistati: come abbiamo detto lo zucchero può essere indicato tra gli ingredienti anche con altri nomi (glucosio, saccarosio, fruttosio, lattosio e maltosio). Se nella lista degli ingredienti lo zucchero o le sue alternative si trovano entro il terzo posto, oppure sono presenti più di una tipologia di zucchero, in quell’alimento o bevanda è sicuramente presente un’eccessiva quantità di zuccheri ed è meglio scegliere un prodotto più sano.

Concludendo, è molto importante per la salute dei bambini prestare attenzione alle quantità di zucchero introdotte ed è possibile raggiungere questo obiettivo anche attraverso i consigli pratici indicati nell’articolo. È comunque corretto sottolineare però che non è possibile escludere totalmente lo zucchero dall’alimentazione per il contenuto di zuccheri naturali di diversi alimenti.

Per poter essere aggiornati sull’alimentazione e la sua corretta applicazione, potete continuare a seguirci attraverso i nostri canali social. Per avere una consulenza alimentare contattateci alla mail dietista.pesenti@libero.it. Vi lascio inoltre una ricetta per la preparazione di biscotti morbidi al limone, preparati con pochi zuccheri e adatti anche ai bambini.

Ricetta della dietista: biscotti al limone morbidi a ridotto tenore di zuccheri

Per aiutare genitori e nonni nella gestione pratica dei pasti con pochi zuccheri, ecco una ricetta veloce per la preparazione di biscotti al limone morbidi.

Ingredienti:

  • 300 g di farina integrale
  • 100 ml di latte
  • 80 ml di olio extra vergine di oliva
  • 50 g di stevia (dolcificante naturale)
  • 10 g di lievito
  • mezzo baccello di vaniglia
  • scorza di limone
  • mezzo cucchiaino di bicarbonato
  • un pizzico di sale

Preparazione:

Setacciare la farina, il lievito e il bicarbonato. Aggiungere la stevia, il sale, i semi di vaniglia e la scorza di limone e mescolare bene per eliminare tutti i granelli. Unire l’olio all’impasto e, infine, il latte, versandolo poco per volta.

Lavorare con le mani l’impasto fino ad ottenere un panetto omogeneo, formare quindi delle palline e schiacciarle leggermente. Disporle quindi sulla carta da forno e infornare per 15 minuti a 180° con forno preriscaldato. Lasciare raffreddare i biscotti e servirli.

Dietista Pesenti Federica

yoga e rilassamento

«Corro talmente tanto, ho così tante cose da fare durante il giorno, che stamattina mi sono dimenticata del centro estivo di mia figlia».

A. mamma di R. 10 anni.

Scommetto che anche tu mamma che stai leggendo, ti sei ritrovata in queste parole.

Viviamo in un mondo che corre veloce, dove ci viene richiesto di essere sempre più scattanti e performanti. Mamma, lavoratrice, moglie, assistente ai compiti, driver, sono solo alcuni dei ruoli che ricopri durante la tua giornata. Chi si rilassa viene scambiata per una fannullona.  In realtà le cose sono molto diverse.

Per poter produrre, dobbiamo recuperare energia. Se lo sappiamo fare lavoreremo di più, meglio e con minor fatica. Per lavoro intendo, con una visione più ampia, tutte quelle attività che ci fanno sentire utili, ma anche tutte le attività più piacevoli: giocare con i nostri figli, liberarci dalle occupazioni lavorative il fine settimana, leggere un libro, divertirci a cena con gli amici.

Quante volte vi sarà successo che almeno una di queste attività sia stata rovinata da una vostra cattiva predisposizione mentale?!

È per questo che rilassarsi è un’arte: non c’è un modo “giusto” per farlo, ma fa parte della saggezza della vita.

Yoga e rilassamento

Nella pratica yogica, alla fine di ogni lezione, dedico sempre una parte al rilassamento profondo, nella posizione di Savasana (la posizione del cadavere), sdraiati sul tappetino, con le braccia lungo i fianchi, occhi chiusi e si ascolta la voce dell’insegnante.

Il rilassamento profondo, nello yoga, può essere considerato come uno stato di sonno dinamico che porta ad un completo rilassamento da un punto di vista fisicomentale.

Una volta sdraiati, comincia la visualizzazione guidata.

Scopriamo come funziona:

La visualizzazione comincia solitamente con l’ascolto del proprio corpo, del respiro e del battito del cuore; poi si visualizzano immagini in grado di evocare una profonda sensazione di pace e di quiete, infine si utilizzano formule di rilassamento corporeo, spesso passando in rassegna le varie parti del corpo.

Si conclude con una formula che indica chiaramente che stiamo tornando allo stato di consapevolezza “normale” e con movimenti delicati per risvegliare il corpo.

Ora ti spiego più da vicino ogni passo della visualizzazione, cosicché tu possa provare da sola comodamente a casa tua.

Respirare

Una delle modalità più diffuse nel mondo per rilassare il corpo e la mente è l’uso di tecniche che si basano sulla modificazione e sulla consapevolezza del proprio respiro. Ti sei accorta di come è il tuo respiro quando ti senti agitata? Probabilmente è rapido e toracico. Se, invece, ti senti più tranquilla, il tuo respiro si fa più lento e profondo.

La nostra mente condiziona il nostro modo di respirare, ma anche il nostro respiro può condizionare il modo in cui funziona la nostra mente. Se quando siamo rilassati respiriamo con la pancia, proviamo a farlo volontariamente e consapevolmente e vediamo cosa succede.

Ora ti chiedo di sederti, in una posizione che ti permette di essere vigile. Schiena dritta, spalle lontane dalle orecchie. Puoi decidere anche di sdraiarti, se ti senti più a tuo agio. Una volta che hai trovato la tua posizione, comoda il più possibile, ti chiedo di chiudere gli occhi. Prendi un momento per te, dimenticati per un attimo del mondo circostante, che continuerà ad andare avanti anche senza di voi.

Porta una mano sulla pancia, e con curiosità osserva il tuo respiro. Non giudicarlo e non cercare di modificarlo. Respiri più con l’addome o con la pancia? Percepisci il tuo corpo mentre respira. Ora senza sforzarti in modo eccessivo, comincia a respirare con la pancia, immagina di avere un piccolo palloncino nella tua pancia, inspiro e il palloncino si gonfia, espiro e il palloncino di sgonfia. Non c’è nulla che devi fare, solo respirare.  Rimani in questa pratica, per tre o quattro minuti, occupati del tuo respiro, è l’unica cosa importante in questo momento.

Come è andata? Come ti sei sentita a respirare in questo modo?

Ti chiedo ora di ripetere l’esercizio, ma questa volta, quando espiri, fallo dalla bocca. Lasciati andare, non devi per forza controllare tutto. Se allentate un po’ la presa, non solo non succederà niente, ma ti sentirai meglio nel tuo corpo.

L’immaginazione: il biglietto per ogni dove

L’immaginazione è uno strumento molto potente che abbiamo a nostra disposizione per cercare di influire sul nostro atteggiamento. Se pensiamo alla giornata che trascorreremo domani, alle nostre prossime vacanze, ad una persona simpatica o antipatica, la nostra immaginazione si attiverà. Di solito non ci accorgiamo, ma l’immaginazione ci condiziona continuamente. Se tutto funziona per il meglio allora nessun problema, ma se questi meccanismi automatici ci limitano nell’esprimere il nostro potenziale, allora bisogna cercare di porvi rimedio.

Il nostro obiettivo qui è quello di usarla per amplificare lo stato di benessere che abbiamo raggiunto praticando le tecniche di respiro consapevole.

Una volta che sei riuscita ad entrare in contatto con il tuo respiro, cerca nella tua mente una situazione, un luogo, reale o immaginario, dove ti senti libera, al sicuro e a tuo agio. Ascolta il tuo corpo e il tuo cuore, lascia da parte la mente.  Hai trovato il tuo posto? Chiudi gli occhi, e immagina per un momento di essere lì in quel posto. Se ti senti a disagio probabilmente il posto che hai immaginato non è quello giusto, allora semplicemente cambialo. Non è necessario vedere con la mente in modo dettagliato, focalizzati sulle sensazioni del tuo corpo, sulle emozioni, sugli odori o magari i suoni. Non esiste un modo gusto o sbagliato, esiste solo il modo più adatto a te.

Ora ti guiderò in una nuova pratica:

Usa la tecnica di respirazione che hai imparato nell’esercizio precedente, metti una mano sulla pancia, fai un bel respiro a pieni polmoni e chiudi gli occhi. Inizia a respirare con la pancia, osserva il tuo respiro senza sforzarti, non cercare di modificarlo. prenditi il tempo che ti serve per trovare il ritmo giusto per te, non avere fretta.

Quando hai trovato il ritmo giusto e ti senti anche solo più rilassata rispetto all’inizio dell’esercizio, immagina di incamminarti molto lentamente verso il luogo tranquillo che hai scelto prima. Pensa di muoverti lentamente e ad ogni passo ti senti più tranquilla e al sicuro, allontanati dal mondo quotidiano e dirigiti verso un luogo speciale tranquillo e sicuro.

Prova a fare un passo ad ogni respiro con calma senza fretta, il tempo in questo momento non ti deve riguardare, ti devi occupare solamente di te stessa e del tuo benessere.

Fai più o meno 10 passi e mettiti comoda a osservare il posto che hai scelto e che adesso è attorno a te, guarda le luci e i colori che ci sono, osserva gli spazi, presta attenzione ai rumori o al silenzio; domandati se ci sono degli odori piacevoli che normalmente si sentono in un posto simile, chiediti come si sentirebbe il tuo corpo in un luogo simile, se c’è il sole che accarezza la tua pelle oppure un alito di vento delicato o anche la piacevole sensazione di calore e di conforto data dall’essere comodamente sdraiata e seduta.

Fai tutto con calma e pazienza, gustati il tuo posto tranquillo come un luogo sicuro che hai nella tua mente, come un rifugio inviolabile e sacro, dove non devi rendere conto a nessuno di quello che vuoi fare, di quello che senti, di quello che desideri, non devi rendere conto neanche a te stessa: l’unica cosa importante ora e stare bene e sentirti libera.

Riassumendo:

  1. Respira consapevolmente con la pancia
  2. Cammina verso il tuo posto sicuro
  3. Gustatelo
  4. Torna indietro ripercorrendo i tuoi passi, aiuta il tuo corpo a risvegliarsi gradualmente e a riprendere il normale tono muscolare. Solo quando ti senti completamente pronta per farlo, fai due respiri a pieni polmoni con il petto. Apri gli occhi. Alzati con calma, senza fretta, e tieni con te il rilassamento che hai raggiunto.

Per fare al meglio questi esercizi, ti consiglio di registrare la tua voce mentre leggi questo articolo, in modo tale da poterlo riascoltare e dedicarti con più calma all’ esercizio di rilassamento.

Questi esercizi sono tratti dal libro: “Mi vado bene?” di Michele Giannantonio.

«E ma da mamma come faccio? Mia figlia si lamenta spesso che non sto abbastanza con lei.» Ecco un’altra frase che pronuncia molte volte A.

A parte che non sono 15 minuti presi per te stessa a renderti una cattiva madre, sapevi che puoi praticare il rilassamento insieme al tuo bambino.

Il mio obiettivo come insegnate di yoga è quello di creare un ponte, un nuovo modo di relazionarsi tra mamma e figli, più attento e consapevole.

Le mie lezioni inizieranno a settembre presso il Centro la Trottola, ma se vuoi provare questa esperienza prima di iscriverti al corso, ti do la possibilità di fare una lezione comodamente a casa tua. Non devi fare altro che mandare una mail all’indirizzo che trovi alla fine dell’articolo.

Ora volevo condividere con te le parole di A. e R. dopo aver praticato una sessione di rilassamento al termine della lezione.

A.: «Mi sono fermata, sono riuscita a mandare via alcuni pensieri negativi. Ho sentito mia figlia presente e coinvolta».

R.: «Sono stata felice di poter condividere con la mamma questa attività. Mi sono sentita padrona di me stessa. Mi sono sentita calma».

Quello che mi ha stupito di più è che R. è una bambina molto ansiosa, soprattutto in ambito scolastico. Ecco che la pratica di respiro consapevole, diventa un modo oltre che per rilassarsi, per gestire al meglio ansia e stress.

Se sei interessato all’argomento e vuoi saperne di più oppure se vuoi richiedere un primo appuntamento per imparare l’arte del rilassamento, scrivi una mail a centrolatrottola@gmail.com oppure contattaci al numero 331 221 2505 e chiedi un appuntamento con la Dott.ssa Sabrina Conti, Educatrice socio-pedagogica, Tutor DSA ADHD, insegnante di Yoga bambini, yoga in fascia e gravidanza con metodo Yoga in Fascia.

accompagnamento al parto

“Pronto?”

“Buongiorno, parlo con l’ostetrica? Sono … sono in gravidanza e vorrei capire…”

Quasi tutte le chiamate in gravidanza che ricevo iniziano così: con donne un po’ spaesate che hanno bisogno di capire, indipendentemente dall’epoca gestazionale.

Ma capire cosa?

C’è la donna che chiama perché ha avuto il test di gravidanza positivo e “googolando” scopre che deve contattare un’ostetrica senza ben sapere perché e cosa chiedere, ma la notizia è talmente nuova che ha bisogno di parlare con qualcuno.

C’è la donna che chiama perché cerca un’accoglienza più globale alla sua gravidanza, oltre che il monitoraggio clinico che riceve dallo specialista. L’amica/la cugina/ la vicina di casa le ha parlato dell’ostetrica ma vuole capire.

C’è la donna che ha le idee molto chiare, vuole l’ostetrica ma vuole anche capire come funziona e cosa significa.

Ci sono tantissimi motivi per cui ci si avvicina all’ostetrica e spesso tra le domande emerge un “ah ma quindi non lavori in ospedale? Pensavo ci fossero solo lì”.

Cercare la propria ostetrica è spesso il cercare di soddisfare un bisogno, ancora poco definito e delineato ma che è lì, che preme. La necessità di avere qualcuno accanto che sappia accoglierti e sostenerti in ogni tua richiesta, alla quale affidarti e della quale fidarsi. Qualcuno che abbia anche gli strumenti per coinvolgere il papà nell’avventura della gravidanza.

Non è solo un lavoro relazionale quello dell’ostetrica privata, è soprattutto un lavoro atto a preservare e favorire la fisiologia, di conoscenza dei sistemi di adattamento del corpo anatomici, psicologici e ormonali in base al periodo di gestazione. È una valutazione circolare del benessere materno e di conseguenza neonatale.

Come avviene una visita ostetrica?

Solitamente, una visita ostetrica in gravidanza non dura mai meno di un’ora (il più delle volte anche due).

Durante l’incontro, che può avvenire presso il domicilio della donna o in studio, si valutano i parametri vitali della donna e del bimbo, misurando la pancia e ascoltando il battito, e nel frattempo si parla.

Si esplorano le esperienze vissute dall’ultima visita ad oggi, lo stato di salute di tutti i sistemi (digerente, neurologico, urinario) ma anche il sonno e il riposo. Si ascoltano i dubbi e si accolgono le svariate domande, si aiuta la coppia a investire del tempo per prendere confidenza con la pancia, a identificare la posizione del bambino e a instaurare un primo legame fatto di tocchi, colpetti e massaggi.

A ogni visita si ha sempre molto da dire, per prendere piena consapevolezza del qui e ora e di quel che sarà.

Come sostengono le recenti revisioni scientifiche e l’Organizzazione Mondiale della Sanità, avere un’ostetrica di riferimento è importante per la futura neomamma, in quanto permette di orientare le cure e l’assistenza su bisogni reali: calibrate, “cucite addosso” a quella donna, al suo bambino e alla coppia.

Inoltre permette l’individuazione precoce di deviazioni della fisiologia, favorisce l’empowerment e la capacità di autodeterminazione della donna, nonché riduce l’eccessiva medicalizzazione e aiuta a migliorare gli esiti della nascita.

E accompagnare il parto è diverso?

L’accompagnamento alla nascita è spesso la conseguenza naturale di un percorso in gravidanza, ma anche no. Sono molte le mamme che scelgono di essere accompagnate da un’ostetrica nelle ultime settimane di gravidanza, al parto e nelle settimane successive alla nascita.

Anche qui i motivi sono molteplici: a volte le prime gravidanze sono mosse dal timore di non sapere cosa succederà, a volte dal passaparola, altre volte è il regalo che una donna si fa dopo aver riflettuto a lungo sui suoi bisogni e necessità.

In cosa consiste?

Come per l’accompagnamento alla gravidanza, l’obiettivo principale è preservare il benessere materno e fetale. Ci si conosce, si cercano di dipanare i dubbi e le domande della donna e della coppia, si monitora e si sostiene la salute e l’adattamento fisiologico al termine di gravidanza.

L’ostetrica si rende disponibile ad accompagnare e accogliere la donna lungo tutto il viaggio del travaglio, dai prodromi alla nascita, giorno e notte, a domicilio e in ospedale, insieme al partner.

Non termina con la nascita del bambino ma prosegue nei giorni successivi, favorendo il legame, l’allattamento è l’arrivo del nuovo nato in casa.

Scegliere un’ostetrica accanto è un investimento in salute, sia materna che neonatale!

“Averti avuto accanto ha fatto la differenza. Grazie di cuore” D. mamma tris

Se sei interessato all’argomento e vuoi saperne di più oppure se vuoi richiedere un primo appuntamento per conoscere la nostra Ostetrica, scrivi una mail a centrolatrottola@gmail.com oppure contattaci al numero 331 221 2505 e chiedi un appuntamento con la Dott.ssa Claudia Frigeni, ostetrica e IBCLC.