CAA: Comunicazione alternativa aumentativa
Per prima cosa definiamo il concetto di comunicazione.
“Può essere intenzionale o non intenzionale, implicare l’uso di segnali non convenzionali, utilizzare un codice condiviso o non condiviso, prevedere l’uso di modalità verbali o non verbali. Tutte le persone possono comunicare in qualche modo e l’efficienza e l’efficacia dei processi comunicativi possono variare in base a fattori individuali e ambientali”.
(National Joint Commitee for the Comunication Needs of Persons With Severe Disabilities, 1992).
Secondo la Società internazionale della Comunicazione Aumentativa Alternativa (ISAAC), la CAA è definita come un insieme di strumenti e strategie che un individuo utilizza per affrontare con successo le sfide comunicative della quotidianità.
- Aumentativa in quanto non si limita a sostituire o a proporre nuove modalità comunicative ma, analizzando le competenze del soggetto, indica strategie per incrementare le stesse (ad esempio le vocalizzazioni o il linguaggio verbale esistente, i gesti, nonché i segni).
- Alternativa in quanto si avvale di strategie e tecniche diverse dal linguaggio parlato.
Secondo i principi della CAA, essa può avvenire attraverso diverse modalità:
- La voce;
- I gesti;
- Il linguaggio del corpo;
- Il linguaggio dei segni;
- Le immagini e supporti visivi;
- I dispositivi di sintesi vocale.
La voce, i gesti, il linguaggio del corpo e il linguaggio dei segni, fanno parte della comunicazione senza supporto, cioè l’individuo non fa uso di strumenti esterni, ma si avvale dell’uso informale dei gesti (es. indicare) e del linguaggio del corpo (es. alzare il sopracciglio);
Le immagini e i supporti visivi rientrano nella categoria della comunicazione con supporto, cioè l’individuo si avvale di strumenti e supporti esterni per comunicare che vanno da sistemi a bassa tecnologia come PECS, agende iconiche e agende dei bisogni, a sistemi più avanzati a media/alta tecnologia, come ad esempio strumenti che registrano messaggi, tablet con software dedicati, sintetizzatori vocali (SDG) che permettono una comunicazione veloce ed efficace.
Con chi viene utilizzata la CAA
Viene utilizzata, per la stragrande maggioranza dei casi, con individui affetti da gravi patologie che impediscono e inficiano l’aspetto comunicativo, come il disturbo dello spettro autistico.
Tuttavia, la CAA può essere utilizzata con successo anche nelle diverse situazioni di disabilità sviluppata in età adulta, in seguito a traumi, come la sclerosi laterale amiotrofica, l’Alzheiemer, afasia grave, ictus, sclerosi multipla.
Ma non solo. Pensiamo ai segnali stradali: essi posso essere categorizzati nella CAA come strumenti di comunicazione con supporto, in questo caso si tratta di immagini.
Più precisamente possiamo definire i segnali stradali in base a queste tre caratteristiche:
- Simboli, comunemente condivisi, che veicolano un significato (Comunicazione),
- Hanno la funzione di aiutaci a porre maggiore attenzione a ciò che dobbiamo eseguire in strada (Aumentativa)
- Vengono messi al posto del vigile che dovrebbe dirci cosa fare (Alternativa)
Capiamo quindi che è riduttivo pensare di poter utilizzare la CAA solo in presenza di autismo.
La CAA è una proposta interessante per le situazioni in cui la comunicazione è temporaneamente preclusa lungo i canali tradizionali: in terapia intensiva, in pronto soccorso, per i primi approcci con la lingua locale da parte di persone straniere.
Inoltre, la CAA si è rivelata anche un utile ed apprezzato strumento per tutti i bambini in età prescolare che muovono i primi passi nel mondo della lettura e dell’autonomia.
A cosa serve la CAA?
Ricapitolando quanto detto fino ad ora, possiamo dire che la CAA:
- Aiuta il bambino ad esprimere un suo bisogno comunicativo.
- Serve a sostenere il bambino nella comprensione di quanto gli viene detto. Molto spesso diamo per scontato che i bambini capiscano ciò che gli diciamo e tendiamo a ripetere molte volte le nostre richieste per far sì che le esaudiscano in gran fretta, questo però, molto spesso, crea l’effetto contrario, crea confusione e disorientamento. Aiutare il bambino a porre attenzione al linguaggio dell’adulto, utilizzando la CAA come strumento, sarà la strada vincente.
- Aiuta a contenere crisi comportamentali. Un bambino che ha la possibilità di esprimersi e alla quale è data una possibilità di capire e prevedere l’ambiente che lo circonda, diventerà, come per magia, un bambino più paziente e fiducioso nell’adulto che ha di fronte.
- Aiuta a gestire la quotidianità e le routine giornaliere. Mediante strategie visive, riusciamo a dare ai bambini dei punti di riferimento sui quali ancorarsi durante la giornata.
Chi stabilisce se usare o meno la CAA?
A decidere se è il caso di iniziare un percorso di CAA è l’equipe di riferimento del bambino, non sarà il genitore e neanche l’insegnante. La decisione verrà presa tenendo conto di tanti fattori, primo fra tutti l’ambiente in cui il bambino è immerso, è necessario che la famiglia sia la protagonista principale di questo enorme cambiamento, così come la scuola ha un’importanza fondamentale nell’accompagnare il bambino in questo percorso.
Un Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva e un Logopedista debitamente formati sono le persone principali alle quali rivolgersi per iniziare un trattamento di questo tipo. Se il vostro terapista non dovesse conoscere le tecniche di CAA potreste rivolgervi ad un ausilio-teca, in cui troverete personale esperto che dopo un’attenta valutazione del paziente e del contesto in cui è inserito potrà suggerirvi il percorso migliore da eseguire.
CAA: Come può essere utile in presenza di DSA o ADHD
Nella mia attività di tutoraggio, mi sono trovata spesse volte ad utilizzare la CAA come strumento di potenziamento per le attività di studio.
Principalmente mi avvalgo della comunicazione con supporto, più precisamente utilizzo il rinforzo delle PCS immagini.
- Per imparare le lingue straniere
- Per imparare a memoria poesie, elenchi, …
- Nella creazione di mappe concettuali
- Per ripetere una storia
- Per stabilire una routine giornaliera
- Per comprendere meglio una consegna
- Per ricordare una procedura
- Per riordinare i propri materiali
Quello che è importante sottolineare è che la CAA si “crea su misura”. A seconda dei bisogni specifici di un individuo si stabilisce una strategia di intervento.
Pensiamo alla Comunicazione Aumentativa Alternativa come uno strumento e una strategia per rendere autonomi i nostri bambini nella comunicazione con gli altri, nella percezione del mondo esterno e nell’autoregolazione.
Programmi utili per i genitori
Per chiunque volesse provare a sperimentare la CAA, on line si trovano numerosi simboli da poter scaricare e utilizzare.
Esistono, inoltre dei programmi di facile utilizzo che potete acquistare, sempre e solo dopo averne parlato con tutta l’equipe che segue il bambino. Tra i migliori mi sento di citarne due:
- SymWriter, Auxilia
- Geco, Anastasis
Se ti è piaciuto l’articolo e vuoi avere maggiori informazioni scrivi una e-mail a centrolatrottola@gmail.com o visita la nostra pagina Facebook “La Trottola – Centro per l’Età Evolutiva”.
Dott.ssa Sabrina Conti, Educatore psico-pedagogico, Tutor DSA ADHD
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